GRAZIE RICEVUTE PER INTERCESSIONE DI MARIA TARTAGLINO

" Nei primi mesi del 1934, mi si era manifestato un fibroma all' utero, che era poi diventato grosso come la

testa di un bambino di 4 mesi. Da ben cinque Professori specialisti di Torino, come già da un medico di Asti,

era stata dichiarata necessaria l' operazione chirurgica di estirpazione.

Andata dalla Tartaglino Maria, nel giugno 1934, ed esposto il mio caso, ella mi fece comprendere che si

poteva agire senza operazione alcuna, soggiungendomi che ella sperava se ne potesse fare a meno.

Intanto, mi raccomandò di pregare e di far pregare, promettendo di pregare essa pure. 

Con meraviglia, da quel momento, il fibroma si arrestò, non progredì più affatto, cessò dal farmi male e dal

recarmi noie o molestie. Anche presentemente, 13 / 12 / 1945 è come se non esistesse, non causandomi

il minimo inconveniente".

                                                                                                               Asti, 13 / 12 / 1945   B. M. G.

"Nel 1936, la ragazza R. M., di circa 15 anni, lesa nella mente in seguito a meningite, sofferta nell' infanzia,

ebbe convulsioni e paralisi, prima, alla gamba e al braccio da un lato, poi, anche dall' altro. Un

Professore Universitario, specialista in Malattie Nervose, che la visitò. la dichiarò spacciata, poichè,

punzecchiata da ogni parte con aghi, non aveva dato alcun segno di sensibilità. Pertanto, informò i parenti,

che, di lì a poco,  la ragazza sarebbe morta. Allora, la Signora D. M., presente alla scena, si fece

accompagnare, dal fratello e dal padre dell' inferma, da Maria Tartaglino: entrata in camera di lei col fratello

( il padre era rimasto di sotto ), le espose il caso pietoso e le chiese preghiere.  Ella promise di pregare,

ma aggiunse che, tanto, a 25 - 26 anni, la fanciulla avrebbe dovuto morire lo stesso. Poi, ritornarono a casa

dell' inferma: questa passò la notte emanando un gran puzzo di cadavere, tanto che si stentava a starle 

vicino! Ma ecco che al mattino, verso le 5, cominciò a muovere il braccio; tra le 5 e le 6, ebbe alcune

convulsioni e, poi, riprese completamente l'uso delle membra,stando bene tutta la giornata,come se non

fosse mai stata malata".                                                                                             .  

                                                                          Asti , 17/5/1942  D.M.

 

"Mio figlio G., all' età di 12 anni, fu colpito da grave malattia al cuore, che i dottori qualificavano per cardite

reumatica, per cui questo viscere ingrossava sproporzionatamente, producendogli molti disturbi.

Il male andava sempre più peggiorando, al punto che mio figlio dovette poi sospendere la frequenza

scolastica. Fu visitato sia da medici astigiani che torinesi: uno di costoro, l'ultima volta che visitò mio figlio,

presami in disparte, mi disse, apertamente e schiettamente, ch' egli non sarebbe più guarito, che non c' era

più niente da fare e che avrebbe potuto guarire solo per l'intercessione divina. Avendo manifestato il mio

dolore e la mia preoccupazione alla Signora C.O., essa mi esortò a confidare e a ricorrere alla Maria

Tartaglino, allora ancora vivente. Poichè io non conoscevo questa persona e non osavo avvicinarla, la 

Signora C.O. si prese lei l'incarico di parlargliene: recatasi nell' Ospizio di S. Chiara, verso la fine del

marzo 1943, ed avvicinatala, le espose il caso. La Tartaglino le diede parole di speranza, consigliò di

continuare a pregare e chiese di farle avere una maglia indossata da mio figlio. Circa 15 giorni dopo, io

portai a detta Signora la maglia: ella, a sua volta la portò alla Tartaglino, la quale, dopo averla tenuta un

pò nelle sue mani, vi applicò, con una spilla, un cuoricino di Gesù, dipinto su stoffa, contenente la nota

invocazione: " Fermati ! Il Cuore di Gesù è con me! ". Quindi, inviò detta Signora a farla benedire da Don

Mario Martino. In seguito, la maglia mi fu riconsegnata ed io la feci indossare a mio figlio per cinque 

giorni consecutivi. Da allora egli andò sempre, lentamente, migliorando, pur senza prendere medicine; in

capo ad un anno guarì completamente ed il cuore si ridusse alle proporzioni normali, come fu, poi, anche

constatato dai dottori, con loro grande stupore. E fu ritenuto tanto guarito e in buon stato psicofisico, che,

il 26 agosto 1947, venne dichiarato abile alla visita di leva".

                                                                      Asti, 4 / 5 / 1949     F. M.

"Dall' età di 16 ani, cominciai ad avere degli attacchi epilettici, i quali andarono, poi, sempre aumentando,

fino a raggiungere il numero di 13 all' anno. Fui visitata da molti Professori Specialisti di Genova, di

Sampierdarena e anche da uno di Molare, ma a nulla giovarono le medicine e le cure da essi ordinatemi;

mi dissero, anzi, che non c'era alcuna speranza di guarigione e mi sconsigliarono, persino, il matrimonio.

Ricorsi, pure, ai rimedi soprannaturali, recandomi al Santuario di N. S. della Guardia, sul Monte Figogna,

presso Genova, e a quello di N. S. delle Rocche, presso Molare, a piedi scalzi. Inoltre, soventissimo, io

supplicavo, con le lacrime agli occhi e con l' angoscia nel cuore, Gesù, la Beata Vergine e vari Santi,

senza contare le preghiere quotidiane che loro rivolgevo durante la S. Messa, nella S. Comunione e

nella visita giornaliera alle Chiese. Ma, sempre, sentivo dentro di me una certa contrarietà interna e una

sensazione che non avrei ottenuta la guarigione. Verso la fine del 1946, una mia compaesana mi parlò

di Maria Tartaglino e mi diede, anche, un suo ricordino funebre: allora, il mio cuore si aprì alla speranza

e iniziai ad invocarla. Nel aprile 1947, una sera, verso le ore 21, mentre stavo già a letto e ripetevo le

solite invocazioni alla Medesima, davanti alla sua immagine nel ricordino funebre, mi sentii maggiormente

spinta alla fiducia, poichè mi sembrò di vedermela dinanzi come se fosse viva, ma non nel modo come

era rappresentata nel ricordino, bensì seduta contro i guanciali, come seppi, in seguito, che la stessa si

trovava realmente quando era ancora in vita. Il suo sguardo era rivolto verso di me e mi diceva di stare

tranquilla, che sarei guarita: e, con il cenno del capo e della mano, mi dava ripetute assicurazioni.

Tale visione mi restò vivamente impressa nella mente e mi accompagnò, sempre, da allora in poi.

Quell' estate feci un altro pellegrinaggio alla Madonna delle Rocche e, avendo nuovamente pregato la

Vergine per la mia guarigione, mi parve, allora, che Ella avesse al suo fianco Maria Tartaglino e che mi

facesse cenno affermativo col capo, mentre le altre volte mi pareva che si mostrasse contraria. Da

allora io non ebbi più alcun attacco del male e, oggi, a 2 anni di distanza, senza ricadute, io mi ritengo

definitivamente guarita e ciò è da attribuirsi unicamente alla intercessione della Tartaglino".

 

                                                               Sampierdarena ( G.E.) 1 / 5 / 1949     A. G.         

" Io mi trovavo, da circa 22 anni, affetto da una fastidiosa ernia inguinale, per cui era necessario che

portassi il cinto erniario, almeno di giorno. Vi garantisco che, ogni volta che mi veniva da tossire , da

sternutire, o se facevo qualche piccolo sforzo, mi doleva ed ero costretto a mettermi, istintivamente,

la mano su di essa, per comprimerla e per attutirne il dolore. A volte, mi usciva fuori lo stesso, ma,poi,

nella notte, rientrava. Da qualche giorno, però, il male stava aumentando, finchè, nella notte fra l' 11

e il 12 dicembre 1945,  l'ernia mi uscì fuori, causandomi un grande dolore, e a nulla valsero i tenta-

tivi per farla rientrare. Al mattino , chiamai un medico,, che abitava nello stesso mio palazzo : egli

intuì subito la gravità della situazione e mi consigliò l'operazione chirurgica urgente, poichè l'ernia si

stava strozzando. Un altro medico, chiamato al mio capezzale, confermò la diagnosi del primo e,anzi,

entrambi fissarono la data dell'operazione stessa, di comune accordo. Il giorno 14, io mi raccomandai

vivamente a Maria Tartaglino, affinchè intervenisse in mio favore ; il giorno seguente, il 15, al mio ri-

sveglio, con grande stupore, notai che l'ernia era completamente rientrata e non avevo più dolori, nè

fastidi di sorta. Allora, mi alzai e mi feci visitare dai medici , i quali, a loro volta, constatarono la guari-

gione, per loro inspiegabile : io, addirittura, mi recai al lavoro, come se niente fosse !  A distanza di

ormai quattro anni, l'ernia, non solo non venne più fuori, ma sparì del tutto e non la vidi più ! " .

 

                                          Asti,      10  /  10  /  1949          S.E.

 

" Da tre anni , noi possedevamo un bell'esemplare di cane da caccia, di razza " spinone rovano ", al

quale siamo molto affezionati, per le sue belle qualità. Il giorno 6 maggio 1947, essendo stato inavver-

titamente socchiuso il cancello del giardino, il cane, verso le ore 15, se ne fuggì. Appena notata la

sua assenza, facemmo subito stampare un avviso che venne affisso in vari punti della città, con i con-

notati precisi dell'animale, promettendo una mancia competente a chi lo avesse ritrovato e consegna-

to. Spontaneamente, io mi rivolsi  a Maria Tartaglino, promettendole una Messa se fosse riuscita a far-

mi ritrovare il cane. Per tutto quel giorno e per il seguente non si seppe nulla, e mio marito aveva ormai

quasi del tutto perso la speranza di recuperarlo ; ma la Maria vegliava sulla sorte del fido animale ,in

quanto, quando era ancora in vita, gli era stata anch'essa affezionata....!  Infatti, il giorno 8 maggio,

vedemmo giungere, nel nostro negozio, verso le 10, un milite della Polizia Ferroviaria con il cane al

guinzaglio. Ci narrò, poi, il modo in cui potè recuperare la bestia, consegnandoci una relazione scrit-

ta su foglio apposito : mentre costui stava osservando i passeggeri che salivano sui treni alla Stazio-

ne di Asti, vide un signore , in partenza per Torino, con il nostro cane. Dopo aver constatato che era

quello smarrito e ricercato, fermò l'uomo e gli sequestrò l'animale : quindi, ce lo riportò " .

 

                               Asti,     20  /  8  /  1948           O.F.     e     A.G.

" Il giorno 13 gennaio 1949, nella nostra abitazione di Torino, e, più precisamente, nello studio, verso le

ore 21,30, notammo, attraverso uno spiraglio della porta d'ingresso, non ben chiusa, un principio di in-

cendio, che avrebbe potuto essere molto pericoloso e disastroso. Sul tavolo grande e, in particolare,nel

cassetto di sinistra, stavano rinchiuse carte e corrispondenze varie: qui, appunto, si era appiccato il fuoco,

che, poi, andò lentamente estendendosi, cagionato dall'estrema imprudenza di un fumatore, che era stato

lì poco tempo prima.Quando ce ne accorgemmo, si vedevano già, con grande spavento, le fiamme ardenti

alzarsi vorticose per circa 50 centimetri: demmo l'allarme e tutti accorsero, provvedendo a spegnere il

fuoco. Se non fosse stato notato in tempo, l'incendio avrebbe potuto recare gravi danni, perchè, con tut-

ta facilità e probabilità,si sarebbe appiccato alla attigua biblioteca e ai vari mobili di arredamento che vi

erano nella sala , con pericolo di propagarsi agli ambienti sovrastanti e circostanti. Da principio, il fuoco

si era appiccato al cassetto di sinistra del tavolo,ov'erano molte carte, che andarono distrutte, poi, si era

esteso al piano del tavolo stesso, aprendosi due varchi all'esterno, di forma ovale, bruciando, anche, la

stessa intelaiatura del cassetto e la guida di sostegno. Nel cassetto di dastra vi erano documenti del

massimo interesse per la nostra famiglia, ma questo, con stupore , venne interamente rispettato dal fuo-

co. Sul tavolo , in corrispondenza del cassetto bruciato, vi era una cartella, rivestita di cuoio, che fu, in

massima parte, rispettata. Qualche giorno dopo, esaminando questa cartella e le carte entro contenute,

con grande meraviglia. fu rinvenuto il ricordino funebre, intatto, di Maria Tartaglino.: fu come un lampo !

Ci accorgemmo che era stata lei a far scoprire in tempo l'incendio ed a circoscriverlo senza gravi conse-

guenze. Grati, quindi, a Maria Tartaglino, in eterno ! ":

 

                                                                      Torino     27  /  7  /  1949    FAM. C.

 

" La Tartaglino, più volte, mi aveva detto che, in caso di incursioni aeree, non mi muovessi dalla mia abita-

zione, situata nei pressi della Stazione di Asti, con, annesso, un negozio di frutta e verdura, assicurandomi

che il Signore mi avrebbe protetto. Io, però, credendo di mettermi meglio al sicuro col discostarmi un po'

dalla linea ferroviaria, oggetto di frequenti bombardamenti e mitragliamenti, da qualche tempo, andavo a

dormire, con mia figlia, nelle vicine case dei Ferrovieri. Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio 1945, in cui vi

fu la grave incursione aerea che fece 22 morti e numerosi feriti in quella zona, io mi sentivo alquanto agi-

tata, non conoscendone il motivo ; memore della raccomandazione della Tartaglino, non volevo allonta-

narmi dal mio negozio, e dicevo a mia figlia . " SE AVESSIMO UN LETTO QUI, DORMIREMMO SUL

POSTO ! ". Ma, purtroppo, il letto non c'era e, pertanto, seppur a malincuore, andammo, lo stesso, nelle

case dei Ferrovieri, dove, verso le ore 22, ci coricammo. Mia figlia si addormentò subito, ma io non po-

tei chiudere occhio. Verso le ore 23, mentre ero sveglia e al buio, ebbi una visione e mi apparve dinanzi,

sospesa in aria e illuminata da viva luce, la Tartaglino, tutta vestita di bianco, con una giovane figura un

po' sotto di sè ( io potevo solo vederne la testa, riccioluta e di bell'aspetto ), somigliantissima ad un ange-

lo. La Tartaglino piangeva e faceva segno alla figura di guardare in giù, verso me e mia figlia, come per

indicargli di volerci proteggere. In quel momento, sentii il rombo degli aerei, quasi a volo radente, e pensai

fra me : " SE NON CI FOSSE ADESSO IL COPRIFUOCO, SCAPPEREI SUBITO DI QUI....! ". Intanto, gli

aerei fecero tre giri e scaricarono i loro ordigni micidiali ;  a soli 10 metri dalla casa dove stavamo noi, cad-

dero due bombe, così come altre caddero sulle case vicine ! Quello che più è sorprendente è che, nel mio

negozio di frutta e verdura, non successe nulla, rimase incolume, di modo che, se noi fossimo rimaste là,

secondo quanto mi aveva raccomandato la Tartaglino,saremmo state, ugualmente, salve. Comunque, an-

che in questo alloggio provvisorio, per l'intervento di Maria Tartaglino, manifestatasi in visione a me, rima-

nemmo incolumi, nonostante che, sul tetto, per lo scoppio di un ordigno e il conseguente spostamento di

aria, fosse stato lanciato un grosso scalino di pietra , proprio sopra il punto dove noi dormivamo. Se aves-

se mai sfondato il tetto, col suo peso, ci avrebbe sicuramente schiacciate !! ".

 

                             Asti,      24  /  10  /  1948               B. F.

" Una certa G.R. , lavorando come commessa in un noto negozio di Asti, si era lasciata andare a furti,

continuati e reiterati, di oggetti vari, come cinture, borse, ecc. ,per un valore complessivo di circa Lire

80.000. Scoperta,venne denunciata, arrestata e condotta in carcere : qua, fu notata da me e da mio

marito. Questa donna era in grande ansia per la paura di gravi conseguenze che avrebbero potuto deri-

varne, ed anche per la brutta figura fatta. Non riusciva a prendere cibo di sorta , e ciò per otto giorni di

seguito !  A noi , ella vivamente si raccomandò, perchè ci interponessimo presso le Autorità competen-

ti e presso il padrone derubato, affinchè le fossero diminuite o mitigate le conseguenze del suo furto.

Noi, intanto, le suggerimmo di raccomandarsi a Maria Tartaglino e la raccomandammo noi, pure , a

nostra volta. Quindi, facemmo vari passi presso chi poteva influire, e, fra l'altro, ottenemmo dal padro-

ne che perdonasse il danno. Ottenne, così, la libertà provvisoria, dopo soli 11 giorni di carcere : dove-

va, anche, essere celebrato il processo il 29 gennaio 1948, ma , dietro il nostro intervento e per il fatto

che era madre di una bambina di pochi mesi, venne rimandato. Fu, poi, tenuto il giorno 8 aprile 1948:

la donna  venne condannata a soli 6 mesi di reclusione e 500 lire di multa, col beneficio della condizio-

nale, e la non iscrizione nel casellario giudiziale, godendo, inoltre, dell'amnistia concessa dalla Repub-

blica in quei tempi. Detta commessa può, perciò, essere ben grata alla Tartaglino per essersela cavata

così a buon mercato, se si pensa a quello che poteva toccarle per la sua azione criminosa " .

 

                                              Asti,     19  /  8  /  1948            O.F.    e    Q.R.

 

"Nella primavera del 1937, mio figlio G.A.D. fu colpito da una grave forma di broncopolmonite , senza

apparente possibilità di guarigione. Io, la mamma, ero, naturalmente, preoccupatissima e,poichè ero

una grande conoscente ed amica di Maria Tartaglino, corsi subito da lei...... !. Maria  si dimostrò anche

lei preoccupata e addolorata : promise, però, uno speciale interessamento. Da quel momento, mio

figlio andò sempre più migliorando, fino a guarirne completamente : Maria, poi, ci disse che il Signore

voleva prendersi  quell'anima, ma, grazie alla sua intercessione e ai suoi scongiuri, era riuscita ad otte-

nerne la revoca " .

 

                                            Asti,     22  /  1  /  1950           R.G.D.

" La mattina del 25 marzo 1948, verso le ore 8,30 , mentre il Sacerdote Don Mario Martino mi recava

a domicilio la S.Comunione, trovandomi io, allora, ammalata, il medesimo, pregato da me e da mio

marito, passò, prima, nel nostro negozio di tessuti e fece il giro di esso, dando la Benedizione a tutti

i presenti. Intorno alle ore 11, nel suddetto negozio, avvenne questo fatto : una donna, esaminando

della stoffa che diceva di voler acquistare, destramente, sottrasse un taglio di gabardine, del valore

di circa 20.000 lire, senza che nessuno se ne accorgesse. Poco tempo dopo, constatato l'ammanco,

si cominciò a far congetture sul presunto ladro, e i sospetti finirono per cadere su quella donna. Ven-

ne, anche, avvisata la Questura, la quale, subito, inviò sul posto un agente per le indagini. Costui, poi,

insieme a mio figlio, che si ricordava della donna sospetta, uscì dal negozio per andare alla ricerca

di quest'ultima : riuscirono, infine, a trovarla, mentre vagava per la strada, priva, però, della refurtiva.

Senza disturbarla e senza farsi riconoscere, la pedinarono e, dopo una paziente attesa, la videro usci-

re, da un altro negozio, con la bicicletta e un pacco sotto il braccio : a questo punto, la fermarono e sco-

prirono la refurtiva. Colta in flagrante, venne arrestata e condotta in prigione: ma,in seguito alle preghie-

re e agli scongiuri della mamma di costei, noi ci adoperammo per farla rilasciare, senza grossi danni.

Noi ci eravamo subito rivolti all'intercessione di Maria Tartaglino, non appena scoperto il furto e attribuia-

mo a Lei la felice conclusione di quell'episodio ! " .

 

                                                 Asti,    19  /  8  /  1948         F.O.A.

 

" A mia figlia , di anni 12, mentre frequentava le Scuole Magistrali Inferiori, nel novembre del 1938, si ma-

nifestarono degli ascessi  nell'interno della gola, con vistosa tumefazione delle tonsille ; inoltre, quegli

ascessi, se venivano incisi o fatti scoppiare, dopo 10, o, anche, 15 giorni, sparivano, per essere, però, so-

stituiti, prontamente, da altri. Tutto ciò durò sino al marzo 1939. La ragazza era, nel frattempo, molto depe-

rita e, sovente, aveva la febbre ; i medici consigliavano l'asportazione delle tonsille, le quali si erano così

tanto ingrossate che, quasi, le chiudevano la gola, impedendole una normale respirazione. E, come se non

bastasse, comparvero, anche, disturbi cardiaci Allora, portai mia figlia dalla Tartaglino e le esponemmo il

nostro caso : ella le toccò la gola, dicendole di non farsi operare. Il male scomparve rapidamente ! Infatti,

dopo due giorni, non ebbe più alcun sintomo, nè si formarono altri ascessi e il mal di gola non si fece più

sentire. Da quel momento, la sua salute rifiorì ed ora, a distanza di circa nove anni, si trova in perfetto

benessere " .

 

                             Asti,         24  /  10  /  1948                 B. F.

" La mia persona di servizio, di anni 27, nell'estate del 1941, contrasse una forma erpetica, nota come il

Fuoco di S.Antonio, e, in rapida successione, comparve, pure, un fastidioso ed antiestetico eczema al vi-

so e al collo. Tutto il viso, infatti, era deturpato e la pelle era arrossata e bitorzoluta. Le medicine, che ve-

nivano prescritte regolarmente dai vari medici ai quali si rivolgeva, non portavano ad alcun giovamento ;

allora, io mi decisi a portarla da Maria Tartaglino !  Costei la toccò in tutte le zone malate, più volte.

Il male scomparve rapidamente e la donna ottenne, così, una guarigione completa " .

 

                                               Asti,       24  /  10  /  1948           B.F.

 

 

 

 

 

 

                            

 

-

 

" La mia bambina, di anni 3, nel mese di settembre del 1946, fu colpita da febbre malarica e il suo stato

di salute andò, progressivamente, aggravandosi. Quindi, sopraggiunsero le convulsioni, in forma così

pericolosa che il medico curante diceva non esserci più nulla da fare : la bambina era spacciata !  Io ri-

masi costernata e come istupidita, non sapendo che fare : intervenne, per fortuna, una mia conoscente,

la quale mi parlò di Maria Tartaglino e mi diede una immaginetta di costei. Subito, io mi sentii ispirata

ad invocarla a favore della mia bambina  e, intanto, accesi una lampada in suo onore. Da quel preciso

istante, le convulsioni cominciarono a placarsi e, il giorno seguente, mia figlia fu fuori pericolo. Ricono-

scente per questa grazia, prontamente concessami per intercessione della Tartaglino, elevo lodi a Dio ".

 

                               Lattarico,           18  /  8  /  1948                  A. P.

" Nella settimana prima del Natale 1944, mi trovavo veramente angustiata, e quasi disperata, perchè non

riuscivo a reperire, da nessuna parte, nè in città e neppure nei paesi della Provincia, della legna da fare

fuoco per riscaldamento. Mi ero rivolta a diverse persone che conoscevo, ma nessuno ne aveva o voleva

darmene : la situazione si faceva critica, in quanto, con me, abitava la mia vecchia mamma, molto malata.

Già avevo pregato anche le Anime del Purgatorio e S.Gaetano, ma senza alcun risultato! Alla fine, non

sapendo più dove sbattere la testa, mi raccomandai alla cara Maria Tartaglino, di cui avevo sentito parla-

re. Ecco, allora, che , il giorno seguente, arrivò davanti alla mia abitazione, sita in Alessandria, un carro

carico di circa 10 quintali di legna, all'improvviso : e il bello fu che il tutto, sia il carico che il trasporto, non

mi costò nulla, nonostante provenisse da ben 35 km. di distanza! Quello che più mi destò sorpresa, fu

che la persona che me ne fece l'invio, proprio pochi giorni prima, si era recisamente rifiutata di cederme-

ne, sia pure, poca.....!  Così la grazia è stata davvero completa !".

 

                                                            Alessandria,     1  /  2  /  1946           D.R.

" Il 14 gennaio 2007, una domenica pomeriggio, ricevetti una telefonata che mi invitava a recarmi, al più pre

sto, all'Ospedale Humanitas, di Rozzano, presso Milano, poichè mia figlia aveva avuto un incidente stradale

ed era stata ricoverata. Qui, il medico mi presentò un quadro clinico impressionante : l'occhio sinistro di mia

figlia, quasi, non esisteva più e una lesione traumatica alla regione maxillo-facciale interessava il naso,le or-

bite, la fronte e tutto il viso dalla parte sinistra !  Furono eseguiti  diversi interventi chirurgici, in genere ogni

3-4 mesi ; mia figlia, passati i primi momenti, capiva che il suo volto, che prima dell'incidente era bellissimo,

non sarebbe più stato come quello di una volta. A 20 anni d'età è difficile, psicologicamente, accettare una

tale situazione !  Dal canto mio, io chiedevo, incessantemente, aiuto al Cielo, ma non trovavo forze a suffi-

cienza per affrontare questo stato di cose, anche perchè uscivo da un altro tragico incidente nel quale il

mio secondo figlio, appena diciottenne, aveva subìto una lesione cardiaca ed un trauma cranico. Una colle-

ga di lavoro, adesso in pensione, mi regalò, allora, due libri che parlavano di una certa Maria Tartaglino, di

cui io non avevo mai sentito notizie prima. Lessi quei libri come spinta da una forza interiore ; andai ad Asti

al cimitero, trovando subito la tomba della Tartaglino, poichè, nel libro, vi era la piantina, e qui pregai....!

Le preghiere, gli interventi chirurgici affrontati ( ben 31 ), i pianti, le suppliche : tutto ciò lo può contare solo

il buon Dio !  Io chiedevo un occhio vero per mia figlia, ma le grazie divine arrivano sempre da dove meno

te le aspetti ! Mia figlia cominciava ad accettare le pròtesi e a riprendersi la vita, con momenti, alternati, di

paura e di rassegnazione. Intanto, anche dal Cielo, la nostra Maria Tartaglino, mi aiutava a vivere, dandomi,

nello sconforto, la forza necessaria per avere fede e fiducia in Dio. Il  28 ottobre 2010, mia figlia è sottopo-

sta, a Milano, all'ennesimo intervento di blefaroplastica :  al momento del risveglio, il dolore al viso diventa

insopportabile, maggiore di tutte le altre volte !  Non ne poteva più e me lo dice : io, che pregavo continua-

mente, le rispondo, quasi inconsciamente, che questa volta andrà meglio... Poi, mia figlia si addormenta e

riposa tranquillamente per alcune ore. Verso le 16,30 arriva il Professore e lei si sveglia, dicendo di non

sentire più nessun dolore... e la cosa continua ancora oggi, a quattro anni di distanza !  Nessuno si accorge

che mia figlia ha un occhio finto : ci vede benissimo e non ci sono più dolori !  Cercavo un occhio vero, ma

ho ritrovato un vero amore : la fede che è forza e preghiera !  Grazie, Maria Tartaglino !

 

                                                                Canale d'Alba    7  /  1  /  2011           F.A.

"Il 20 dicembre 1951, mi sentii ammalata gravemente di una sinusite acuta, tanto che il mio viso, in pochi

istanti, si deformò. Chiamato il medico, subito mi ordinò una cura a base di penicillina: ma sembrava del

tutto vana questa cura, poichè il male sempre si aggravava. Allora, i medici mi consigliarono di farmi

ricoverare all' Ospedale, per essere sottoposta all' operazione, in quanto esisteva il pericolo di una

meningite. Purtroppo, all' Ospedale, gli specialisti, visitatami, trovarono il caso gravissimo, sconsigliarono

l' intervento e mi rimandarono a casa: ero tutta gonfia, nella gola e nel naso, non riuscivo a respirare e non

potevo quasi parlare, anche perchè il sangue e il pus, che uscivano abbondantemente, provocavano un 

forte vomito. Avevo perduto ogni speranza di guarigione: dietro consiglio di una mia conoscente, la Sig.

C.A., mi affidai, con fervorosa fiducia, a Maria Tartaglino, applicandomi, anche alla testa, una sua reliquia,

e promettendo di far dire una Santa Messa in suo onore se mi otteneva la grazia della guarigione.

Incominciai una Novena e, dopo qualche giorno, io mi sentii meglio e il male, progressivamente, diminuì.

Tornai all' Ospedale per farmi visitare e i medici, con grande loro meraviglia, mi trovarono guarita

completamente e, soprattutto, senza più necessità di intervento chirurgico".

                                                               Scano Montiferro ( NU ), 21 / 4 / 1952      C.M.A.

"Il 29 giugno 1948, mi sono messa a letto con febbre e forte mal di capo e, tale disturbo, mi durò fino

al 7 luglio successivo, senza che diminuisse affatto. Chiamai il medico locale, ma costui non seppe

trovare la causa del mio male: allora, io volli essere portata all'Ospedale di Asti. Qui, venni sottopo-

sta a vari esami clinici: batteriologici, radiologici, del sangue e, anche, del liquido lombare. Ma  non si

riuscì ugualmente a venire a capo di nulla : anzi, i dolori aumentarono e comparvero,pure, depressione

e deperimento generale. Chiesi di tornare a casa , in famiglia : la situazione peggiorò e, il 29 luglio,

ebbi un grave collasso. A questo punto, alcuni nostri amici andarono da Don Mario Martino e, sotto la

sua assistenza, iniziarono una Novena, poco dopo il principio di agosto, a Maria Tartaglino, per la

mia guarigione. Io sperimentai prontamente l'intervento favorevole della suddetta, poichè cominciai

a migliorare sensibilmente e, verso la fine di agosto, potei alzarmi dal letto discretamente rinforzata.

Ora sono del tutto guarita e, grata a Maria Tartaglino, elevo vivissime lodi al Signore".

 

                                                            Rocchetta Tanaro      6  /  1  /  1950       Q.T.

 

 

" Da molti anni soffrivo di emorroidi, ma, specialmente, dal 1943, il mio male andò accentuandosi in

modo molto grave, per cui, alle iniziali perdite di sangue, ne successero altre, più frequenti e molto

abbondanti. Fui curata a lungo, senza esito alcuno, da numerosi specialisti: poi, nel 1947, il mio male

si aggravò notevolmente, accompagnato, non solo, da maggiori perdite di sangue, ma anche, da forti

febbri, con pericolo di infezioni. Mi venne, allora, detto che era necessaria l'operazione chirurgica e che

non si potevano fare altre cure. Mi raccomandai caldamente a Maria Tartaglino, non tanto per la mia

guarigione, quanto, soprattutto, sulla decisione che avrei dovuto prendere: nel giro di pochi giorni, in

modo del tutto naturale, quanto inspiegabile con l'umano raziocinio, constatai una diminuzione del mio

male, e tanto rapidamente, che, nel giro di 72 ore, esso mi scomparve completamente, senza reliquati

o altri disturbi. Oggi, a cinque anni di distanza, sono definitivamente guarita ! "

 

                                                         Alessandria,   8 / 12 / 1952     M.O.

" Da circa sette anni soffrivo di dolori al ventre, dolori che i medici non seppero mai definire. Poi, negli

ultimi mesi del 1945, il male andò sempre più peggiorando e, anzi, i dolori divennero atroci e frquenti,

addirittura ogni due o tre giorni. Mi sembrava di dover morire da un momento all'altro! Fui, anche

sottoposta a numerose radiografie, ma senza ottenere una risposta sicura: si cominciò a parlare di

una forma tumorale. Un giorno, verso la fine di ottobre 1945, mentre ero in preda ai soliti, forti dolori,

una conoscente mi invitò a raccomandarmi a Maria Tartaglino, cosa che io, subito, feci. Quasi come per

incanto, il male mi scomparve e, da allora, non ho più sentito disturbo alcuno , mangiando con vivo

appetito. Pertanto, ora, sono molto riconoscente alla cara Maria " .

 

                                                                   Alessandria,      1  /  2  /  1946       A.E.

" Il giorno 10 0ttobre 1944, non riuscivo, in nessun modo, a mettere in moto il mio mulino, posto in

Torino: chiamai aiuto, ma senza risultato alcuno, poichè gli ingranaggi continuavano a restar fermi.

Ad un certo punto, un mio garzone volle fare, di sua iniziativa, un'altra più diligente ispezione e, per

caso, guardando nel buco della macina, vi trovò una bomba di artiglieria, oblunga, di notevoli

dimensioni, con la spoletta a contatto con la macina stessa. Se la macina avesse iniziato a girare,

sarebbe scoppiata e avrebbe fatto saltare in aria il mulino, con tutte le implicazioni del caso. Appena

tolta la bomba e dato l'avviamento, l'ingranaggio si mise, subito, in moto. Capii , senz'altro, che quella

bomba era stata messa lì dolosamente, per causare rovina e strage.....! Tutti i giorni, dietro consiglio

di un'amica, io mi raccomandavo a Maria Tartaglino, in particolare quando il mulino non funzionava.

L'essersi il mulino, prima, arrestato, ad impedire il movimento della macina, con il conseguente scoppio

della bomba, e, poi,l'essersi messo in moto, appena rimosso l'ordigno e dato l'avviamento, giustamente

lo ritengo un fatto prodigioso, ottenuto per l'intercessione della Tartaglino! ".

 

                                                                   Torino        18  /  11  /  1945        B.C.

" Nel mese di settembre 1941, mi trovavo affetta da un fibroma all'utero, con frequenti perdite di

sangue, per cui i medici giudicavano indispensabile l'intervento chirurgico. In quel mese , mi recai

a Ciglione, presso un mio cugino, il Rev. Don Mario Martino, al quale , tutta preoccupata, esposi il

caso. Egli mi promise le sue preghiere, ma, soprattutto, quelle della Signorina Maria Tartaglino, alla

quale mi avrebbe raccomandato, al suo ritorno in Asti. Intanto, mi diede un batuffolo di cotone, che era

stato a contatto con la sua Reliquia della S.Croce, diventato intensamente profumato una volta toccato

dalle mani della Tartaglino, e mi disse di metterne un poco sulla parte malata, pregando con fiducia.

Io misi in pratica quel consiglio e, da allora, non solo si arrestò il mio male, senza recarmi più alcuna

molestia, ma, anzi, mi scomparve ogni malessere, nè vi fu più bisogno di operazione. E la mia guari-

gione si deve ritenere ormai certa, perchè questo felice stato di cose perdura anche al giorno d'oggi,

a cinque anni di distanza! ".

 

                                                             Ciglione,  24  /  9  /  1946          G.F.

" All'inizio del mese di febbraio 1943, riparando un paio di pantofole, con l'ago, mi sono forato il dito medio

della mano destra: pur avendo, subito e a lungo, disinfettato la piccola ferita, alcuni giorni dopo, il dito

cominciò a dolermi assai, provando , anche, febbre in tutto il corpo.Dolori e febbri andarono sempre più

aumentando nei giorni successivi, mentre il gonfiore, dal dito, passò a tutta la mano e al braccio. Provavo

dolori fortissimi, laceranti e quasi insopportabili; potei, a stento celebrare la Messa! Alquanto preoccupato,

andai a trovare Maria Tartaglino e mi feci fare, da lei, il segno di Croce con l'indice della destra, quello

stesso dito che aveva toccato il Sangue del S.Crocifisso. L'acuzie dei dolori cessò immediatamente e il

gonfiore si arrestò. Mi venne detto, in seguito, che si trattava di una vera infezione tetanica e i medici si

stupirono di questo rapido miglioramento: nei giorni seguenti, il male andò sempre più scemando ed ora

mi trovo completamente guarito".

 

                                                                          Asti,    16  /  9  /  1946        D.M.M.

 

" La Sig. D.G., dall'estate del 1934, cominciò a soffrire di abbondanti e frequenti perdite di sangue, dovute

ad un fibroma uterino, come fu poi constatato, l'anno seguente, da un Professore Ginecologo di Asti.

Costui, dando alla Signora un consiglio come di amico, le suggerì, ripetutamente, l'intervento chirurgico,

quale unica strada per ottenere la guarigione. Rincrescendo sommamente alla Signora sottoporsi alla

operazione, pensò di ricorrere a Maria Tartaglino, che conosceva fino dal novembre 1935, per sentire

cosa ella le consigliasse. Si recò, perciò, da lei, esponendole il caso e la Tartaglino, senz'altro, la esortò

a non farsi operare, dicendole che avrebbe provveduto il Signore a far cessare il male, che si sarebbe,

poi, esaurito da sè, e che tutta la famiglia ricorresse alla preghiera, assicurando, infine, che avrebbe

pregato essa pure. La Signora mise in pratica il suo consiglio! Il male, lentamente, andò, poi, diminuen-

do e cessarono completamente le emorragie. Parecchi anni dopo, essendo la stessa Signora sottoposta

a vari esami clinici per altri motivi, i medici che l'ebbero in cura, non riscontrarono più traccia alcuna di

quel fibroma".

 

                                                              Asti,   19  /  3  /  1949        D.P.

" Mi trovavo, da circa tre anni, a lavorare, in qualità di Impiegata Comunale, nellUfficio Annonario di Roc-

chetta Tanaro: nel mese di marzo del 1944, ero stata accusata di aver denunciato, presso l'Autorità Fa- 

scista, un giovane del paese che, nel successivo mese di dicembre, venne inviato in un campo di con-

centramento a Bolzano. Tutti attribuivano tale provvedimento alla mia denunzia, ma io ero, e sono sem-

pre stata, completamente innocente! Finita la guerra e venuta la Liberazione, il giorno 20 maggio 1945,

alcuni giovani del paese, armati,vennero a cercarmi a casa, ma, non avendomi trovata, andarono in una

cascina vicina , abitata da miei amici. Io non ero nemmeno qua, ma, nel ritorno, mi incontrarono per

strada e, in malo modo, mi chiesero di seguirli nella casa del giovane deportato nel campo di concentra-

mento ( costui, nel frattempo, era ritornato, ma assai più malato di quando era partito ). Quivi giunti, mi

accusarono apertamente, minacciandomi di morte , senza darmi alcuna possibilità di difendermi: anzi,

avevano già deciso di impiccarmi ad un albero, prospiciente la casa stessa. A questa scena erano pre-

senti mia sorella ed una mia amica, accorse per tentare la mia difesa e il mio salvataggio, e, intanto,

invocavano, segretamente ed insistentemente, Maria Tartaglino che intervenisse in mio soccorso. La mia

amica, poi, visto l'aggravarsi della situazione, corse a casa sua per chiamare in aiuto il marito e i figli.

E qui si vide manifesto l'intervento della Tartaglino: infatti, i più forsennati  pensarono bene di desistere

dai loro propositi più biechi, recandosi a pranzo ( erano, circa, le 13,30 ), mentre quelli rimasti si mitiga-

rono alquanto, accontentandosi di tagliarmi i capelli e lasciandomi in pace. E la protezione della Maria

continuò ancora in seguito, poichè, pur volendo i miei accusatori farmi arrestare e mandare in carcere,

non vi riuscirono".

 

                                                               Asti,    20  /  8/  /  1948          Q.G.

" Il 20 giugno 1950, io cercavo, fra gli incartamenti e i documenti relativi al mio negozio di tessuti, una

quietanza di circa Lire 100.000, riguardante tasse già pagate fin dal 1945 : debbo confessare che, tale

fattura, mi era sommamente necessaria per rivendicare il rimborso parziale della cifra suddetta, almeno di

un 50.000 Lire.  L'Ufficio Tasse del Comune di Asti, non solo si rifiutava di fare il controllo, sui suoi registri,

del pagamento, da me già effettuato, ma, anzi, per di più, se , a dimostrazione della tassa già pagata,

io non avessi esibito la quietanza di cui sopra, minacciava di farmi pagare, una seconda volta, tutta inte-

ra, la tassa in parola. Per quante ricerche io avessi fatto nel giorno suddetto, fra i miei documenti, non

potei rintracciare quello desiderato : sembrava essersi volatilizzato nel nulla !!!   Allora, mi rivolsi con

fiducia a Maria Tartaglino, pregandola di intervenire in mio aiuto, poichè mi sentivo l'acqua alla gola.

Ed ecco che, poco dopo, essendomi messo ad esaminare un pacco di carte, racchiudente fogli di spe-

dizioni e di ricevute, fattemi da corrieri, subito saltò fuori, fra di esse, la quietanza, invano, prima tanto

cercata. Grato a Maria Tartaglino per la grazia prontamente concessami, elevo lodi a Dio ! " .

 

                                                         Ast,    16  /  10  /  1950           A.G.

 

" Il Signor E.M., abitante in Asti, di mestiere decoratore, il giorno 18 maggio 1950, festa dell'Ascensione,

in un incidente motociclistico, successo sulla strada Asti-Quarto, in prossimità del passaggio a livello

della ferrovia Asti-Casale, riportò la frattura scomposta e complicata del femore destro, del ginocchio

e della tibia. Trasportato all'Ospedale di Asti e visitato dagli specialisti ortopedici, fu giudicato un caso

molto grave, tanto da far ritenere necessaria l'amputazione della gamba : per di più, era comparsa una

febbre assai elevata !  I familiari, padre, moglie e cognata, rimasero molto impressionati e addolorati,

ma, soprattutto, preoccupati, se una tale amputazione avesse dovuto effettivamente aver luogo. Anche

l'infermo si trovava in un angoscioso stato d'animo, poichè vedeva pendere sopra di sè il gravissimo

pericolo di diventare inabile al suo lavoro. Quattro giorni dopo, la cognata riferì questi timori ad una sua

amica, la quale la esortò a confidare e a ricorrere a Maria Tartaglino, iniziando, subito, una Novena,

onde impetrarne l'intercessione : nel medesimo tempo, l'amica le diede un'immagine fotografica della

Maria, dicendole di applicarla sulla parte del corpo infortunata. La moglie provvide  a fare ciò e l'infermo

cominciò a pregare e ad elevare suppliche alla Tartaglino ; nella notte, egli sognò di essere nel suo labo-

ratorio e di faticare assai per aprire delle scatole di colori, quando , all'improvviso, gli apparve la Tartagli-

no che gli disse ." NON DUBITARE ! TI AIUTO IO " ,  Al mattino seguente, all'Ospedale, i medici iniziaro-

no a sfasciare l'arto fratturato e, tra le fasce, rinvennero la fotografia ; ma quale fu la meraviglia quando

constatarono il netto miglioramento della situazione, sia locale che generale ?  La febbre era scomparsa

e venne, pertanto, esclusa la necessità di procedere all'amputazione : tutto questo accadeva mentre la co-

gnata del suddetto era andata al Cimitero a pregare sulla tomba di Maria Tartaglino ! Il Signor E.M., intanto,

venne sottoposto ad un intervento chirurgico di semplice riduzione della frattura, frattura da cui guarì in mo-

do completo, recuperando in pieno l'uso della gamba. Tutto questo per dimostrare quanto grande, valida e

potente sia l'intercessione di Maria Tartaglino presso Dio, a favore di coloro che la invocano ! " .

 

                                           Asti,    19  /  3  /  1954            Q.T.

 

" Una notte delle prime settimane di dicembre 1946, mi ero addormentata tranquillamente, senza particola-

ri pensieri che potessero dare adito all'immaginazione di fare sogni specialI e senza ricordare persone,tan-

to meno  Maria Tartaglino, di cui non avevo parlato di recente con nessuno. Nel sonno, mi pareva di tro-

varmi su di un balcone, di fronte al quale, ad una distanza di circa canto metri, si apriva un bellissimo pra-

to verdeggiante. Nel centro di questo prato vi era Maria Tartaglino ; io la guardavo e, all'improvviso, un

raggio di luce, sceso dall'alto, la ravvolse tutta. Ella era estatica e teneva le braccia tese in avanti verso

la luce, mentre le sue labbra si muovevano, come se parlasse con qualcuno. Io osservavo questo quadro,

tutta stupita, e, fra me, dicevo : "  MA GUARDA!  IO NON HO MAI CREDUTO A QUANTO SI DICEVA DI

MARIA E, ADESSO, DEVO PROPRIO VEDERE TUTTO QUESTO CON I MIEI OCCHI ! ". Poi, sul più

bello della visione, mi sono svegliata. L'impressione che ho provato subito dopo,e che, poi, mi è rimasta

anche in seguito, fu che, qui, si trattasse di un'apparizione vera e reale, sia pur avvenuta durante il sonno.

Essa ha lasciato in me un senso di intima soddisfazione morale, non solo umana, come se fosse causata

da un curioso fenomeno naturale, ma, soprattutto, soprannaturale, come se fosse dovuta all'essermi trova-

ta in presenza di una visione celeste !  Inoltre, mi ha lasciato, nell'anima, una grande pace e contentezza

ed anche un vivo desiderio e movimento verso il bene ! ":

 

                               Asti ,       15  /  8  /  1947         Suor  D . F.         

" Nostro padre, nipote di Maria Tartaglino, prese parte , come soldato, alla Seconda Guerra Mondiale e

sempre sostenne di aver avuto l'aiuto, tangibile, della  zia, che lo preservò da sicura rovina in tutti i peri-

coli che dovette affrontare. Uno di questi accadde nei pressi di Hammamet, in Tunisia, nel marzo del

1943, durante le ultime fasi della guerra in terra d'Africa. Mentre il plotone di soldati, in cui vi era nostro

padre, stava imboccando un tunnel che, una volta percorso, avrebbe consentito di arrivare alla spiaggia,

ci fu un'imboscata, tesa dagli Anglo-americani. Costoro, infatti, appostati all'uscita del tunnel, iniziarono

a sparare, con fucili e mitragliatrici, contro i soldati italiani e ci fu un massacro : inaspettatamente, l'unico

che riuscì a salvarsi, uscendo dal tunnel, fu proprio nostro padre. Un caso o,piuttosto, una grande grazia

divina, ottenuta per intercessione di Maria Tartaglino ?  Nostro padre propendeva per la seconda teoria,

in quanto definiva sua zia " UNA SANTA", e noi siamo sempre stati d'accordo con lui ! " .

 

                                                                 Astiu,     24  /  12  /  2013        M.T  e  P.T.

" Mio fratello, dimorante con la famiglia a Tigliole d'Asti, nell'agosto 1946, riconosciuto abile al servizio di

leva, doveva presentarsi sotto le armi. Questo fatto, produsse un grosso inconveniente in casa, perchè

il padre, ammalato, era totalmente inabilitato a svolgere i lavori agricoli e la moglie, già anziana, di 68 an-

ni, non poteva garantire un valido aiuto. L'unico che restava, in piena efficienza, era il mio fratello maggio-

re, ma il fondo agricolo era di vaste proporzioni e costui, da solo, non avrebbe potuto, di certo, farcela !

I miei genitori erano alquanto addolorati e preoccupati per la partenza del figlio, poichè, con lui, veniva a

mancare, non solo, un valido aiuto, ma ,anche, il contributo, ritenuto indispensabile, per la buona condu-

zione e per la proficua resa del suddetto fondo. Io, conoscendo i loro timori, mi rivolsi, con fiducia, a Maria

Tartaglino, supplicandola ad intervenire, affinchè mio fratello fosse lasciato libero ed esentato dal servizio

militare. Il giorno 9 agosto 1946, si presentò al Distretto Militare di Casale Monferrato, ove rimase soltanto

per due giorni, dopodichè venne inviato a Montorio Veronese : qui, dopo un solo mese di servizio, fu riman-

dato in famiglia, congedato in modo assoluto !  Ciò, evidentemente, grazie a Dio e a Maria Tartaglino !

 

                                             Asti ,       12  /  10  /  1947       S.M.L.B.

"  Un mio pronipote, di anni 4, per circa due mesi, ad iniziare dal giugno 1945, ebbe un forte deperimen-

to organico, per cui, a vista d'occhio, andava, man mano, esaurendosi. La sua mamma , ed io, eravamo

fortemente preoccupate, e non vi dico del padre, che non l'aveva manco visto nascere, in quanto si trova-

va in guerra, dove venne fatto prigioniero e mandato in India. Pertanto, sottoponemmo il bambino ad una

visita presso il Dispensario Antitubercolare di Asti : qua, fu sottoposto a radiografie e gli venne riscontrata

una lesione al polmone destro. Vedendolo soffrire assai nella respirazione e con scarso appetito, in pre-

da ad una persistente febbriciattola, la nostra preoccupazione si trasformò in sgomento !  Osservando,poi,

che le cure prescrittegli erano inefficaci, io pensai di raccomandarlo a Maria Tartaglino : misi l'immagine

di Maria sotto il guanciale del bimbo, pregando per ottenerne la guarigione. Feci, anche, celebrare, da

Don Mario Martino, tre Sante Messe, nei giorni 14, 15 e 17 ottobre 1945 !  Dopo una quindicina di giorni,

il bambino cominciò a migliorare sensibilmente e, tale miglioramento, andò sempre più aumentando, ma-

nifestandosi con il ritorno dell'appetito, delle forze fisiche, del suo colorito e, soprattutto, con la scompar-

sa della febbre. Nel mese di novembre, le radiografie di controllo, cui fu di nuovo sottoposto, evidenziaro-

no la scomparsa del male, residuando solo più alcuni piccoli noduli, che, a dire degli specialisti, non co-

stituivano un pericolo. Oggi, a due anni di distanza, il bambino è florido e gode ottima salute ! Grati a Dio,

siamo pienamente riconoscenti a Maria Tartaglino per la grazia concessa " .

 

                              Asti,      16  /  10  /  1947         S.E.

" Il giorno 1° settembre 1951, al mattino, uscii dalla casa dei Signori, dove faccio la domestica, per recarmi

nella chiesa di S.Secondo, a sentire la Messa in suffragio della cara Maria Tartaglino, essendo,  tal giorno,

il settimo Anniversario della sua morte. Terminata la Messa,andai a fare le solite provviste giornaliere per

la cucina. Rientrata a casa, depositai la borsa sul tavolo della cucina ; poi, verso le ore 11, nel togliere

da essa la merce acquistata, con dolorosa sorpresa, constatai che vi mancava il portafoglio, contenente

ancora la somma, avanzata dalla spesa, di circa 5000 Lire. Fatte, subito, delle minuziose ricerche,non riu-

scii a rinvenirlo...! Ritornai sui miei passi e andai, persino, all'ultimo negozio di spesa, quello della lattaia,

ripercorrendo e perlustrando, attentamente, la strada già fatta, ma nulla riuscii a rintracciare, nè seppi più

orientarmi. Tornando a casa, prima di entrare ancora nel giardino, sul cancello di ingresso, tutta addolo-

rata, invocai Maria Tartaglino, dicendo :" MARIA, STAMANE SONO ANDATA A MESSA  PER TE : HO

PURE FATTO UN'OPERA BUONA CON L'AIUTARE UNA POVERA VECCHIETTA A PORTARE IL

SUO PESANTE FAGOTTO DELLA SPESA, E TU MI DAI QUESTO DOLORE, CHE MI LASCIA COSI'

SCONCERTATA E MORTIFICATA DAVANTI AI MIEI PADRONI, PER LA SOMMA SMARRITA ? ".

Appena pronunciate queste parole, si affacciò alla mia mente un dubbio : che fosse stato il cane Gep

a portar via dalla borsa il portafoglio, perchè mi risovvenni che, vuotando io la borsa, l'avevo visto

scappare dalla cucina,   con qualcosa in bocca. Immediatamente feci ricerche  nel giardino, e,qui,sotto

un cespuglio di mirto, ritrovai il portafoglio, mezzo sotterrato, però senza lacerazioni, e con dentro la

somma avanzata dalla spesa. Ringraziai, allora, il Signore della grazia concessami per intercessione

di Maria Tartaglino ".

 

                                                             Asti,     15  /  10  /  1951     

" Nell'autunno del 1945, dovetti lasciare la mia famiglia e recarmi presso i miei genitorI, per curarmi da un

grave malore : mio marito, rimasto solo, fu costretto ad andare a trasferirsi, sia pure momentaneamente,

in albergo. E qui, un po' per l'occasione, un po', forse, per consolarsi dalla solitudine, si diede al vizio del

bere. Trascorsi, all'incirca, due mesi, io potei tornare a casa completamente guarita, ma, purtroppo, per

iniziare, quivi , una vita triste e difficile. Infatti, mio marito , che era sempre stato una perla d'uomo, arriva-

va a casa, tutte le sere, abbastanza alticcio : i soldi cominciavano a scarseggiare, la sua salute deperiva

e la buona armonia famigliare di un tempo, che esisteva fra noi due, era sparita !  A nulla valevano i miei

rimproveri, le mie preghiere e, anche, le mie lacrime. Avvilita, delusa e desolata, decisi di rivolgermi a

Maria Tartaglino, della quale avevo sentito parlare da un mio parente : iniziai la Novena il giorno 15 di

settembre del 1946.  Poi, come se non bastasse, mio marito, ai primi di ottobre, si ammalò di una infe-

zione agli occhi : aspettò un po' di tempo, ma, alla fine, dovette farsi visitare da un oculista, poichè la sua

vista andava peggiorando di giorno in giorno. L'oculista gli prescrisse, ovviamente, una cura e gli proibì

assolutamente l'assunzione dell'alcool : quindi, lo fece ricoverare in Ospedale. Dopo un mese , fu dimes-

so e tornò a casa del tutto guarito dalla malattia agli occhi, e, quel che risultò più sorprendente e piacevo-

le per me, anche dal vizio del bere !  Oggi, a distanza di molti mesi da quel momento, mio marito scrive,

legge, ci vede benissimo e beve solo il necessario , mentre è tornata l'armonia fra noi, il benessere e la

pace in famiglia. Ringrazio di cuore Maria Tartaglino per la grande grazia che mi ha ottenuto e la prego

di voler proteggere, anche in avvenire, la mia famiglia ! " .

 

                               Bolzano,      21  /  7  /  1947                  I.C.A.

" Mia figlia aveva contratto una relazione, a scopo di matrimonio, con un giovane, del quale io non ero

contenta, poichè, per molte ragioni, non mi pareva persona adatta a lei. Mi sono raccomandata tantis-

simo a Maria Tartaglino, affinchè intervenisse per fare troncare questa relazione, promettendo che avrei

fatto una offerta e recitato 5 Ave Maria, al giorno, per tutto il tempo della mia vita. Continuai a pregare

con grande fervore : dopo circa dieci mesi di instancabili preghiere, mia figlia, di sua iniziativa, di punto

in bianco, lasciò detto giovane per contrarre  una seria relazione con un altro uomo, molto bravo, di cui

noi tutti siamo assai contenti, poichè trattasi di persona dotata di ottime qualità morali e religiose. Rico-

noscente per questa grazia,  ho fatto l'offerta di Lire 1000 ; in seguito, dopo essere andata davanti alla

tomba della Tartaglino per ringraziarla ulteriormente, ho fatto un'altra offerta  di Lire 400, per la causa

della medesima " .

 

                                Cassinelle ( Acqui ) ,      25  /  11  /  1947           G.B.P.

" Nell'aprile del 1941, mia cognata, moglie di mio fratello, abitante a Morsasco, madre di quattro bambi-

ni, si ammalò di una grave forma di tubercolosi, per cui l'Ufficio Sanitario competente, dopo aver fatto

disinfettare tutta la sua  casa, la separò dai figli e la inviò in un Sanatorio della Provincia di Bergamo.

Io ne fui addoloratissima, naturalmente : per alleviare la situazione di mio fratello, mi ero presa, con me,

due dei detti bambini, e, intanto, imploravo, con fervore, Maria Tartaglino, a favore di mia cognata, sup-

plicandola che la facesse guarire . In particolare, le chiedevo che, almeno, lo facesse per me, che le ero

tanto devota e ammiratrice, e per i poveri figlioletti suoi...!  Dopo solamente un mese di degenza in quel

Sanatorio, mia cognata si trovò talmente in forze e guarita, che se ne uscì di sua iniziativa, senza altri

problemi di sorta, e fece ritorno in famiglia, ove giunse inaspettata. Noi, visto questo stato di cose, temen-

dola, tuttora, affetta dal male, ci preoccupammo che potesse infettare nuovamente la casa e i bambini.

Ma, con nostra grande meraviglia e gioia, da allora in poi, ella non ebbe più a soffrire di quel male e, an-

che adesso, a distanza, ormai, di 6 anni, può accudire ai lavori domestici e all'educazione dei bambini,

senza più dover farsi visitare dai medici ".

 

                            Morsasco ( Acqui ) ,            25  /  11  /  1947              B.F.

" Con animo profondamente riconoscente, voglio, qui, ringraziare Maria Tartaglino, la cui intercessione

fu, da me, fervidamente invocata, e fatta invocare, per averci aiutato nella difficile operazione chirurgica,

subìta da mio marito, e felicemente riuscita, nonostante le incertezze dei medici, che consigliavano di non

farla. Infatti, mio marito era gravemente ammalato al cuore, aveva sofferto, da poco tempo, una brutta pol-

monite e, inoltre, aveva l'età di 75 anni. Aver affrontato tale intervento chirurgico e averlo superato con

successo, è stato, a detta di tutti, infermieri e medici, un vero e proprio miracolo ! Non cesseremo più di

ringraziare la nostra cara Maria, tanto possente presso Gesù, e d'invocare, nelle varie necessità, il suo

valido aiuto ".

 

                            Mondovì,           24  /  11  /  1946                   R.M.T.

" Un mio nipote, professore, nonostante molte richieste fatte, non riusciva ad ottenere un posto di lavoro.

Era, ormai, sfiduciato e deluso : io, essendo preoccupata ed anche un po' esasperata, vista l'inutilità dei

passi compiuti per ottenere un impiego, decisi di ricorrere a Maria Tartaglino. Sapendo che il 25 novem-

bre 1946, il Rev. Don Mario Martino avrebbe dovuto venire nella nostra città, Alessandria, presso una

mia amica, chiesi a costei di raccomandargli mio nipote nelle sue speciali preghiere alla Tartaglino, per

ottenere l'intento. Ella fece la commissione e Don Martino promise di pregare e di far pregare !  Il giorno

seguente, la mia amica mi consegnò un'immagine-ricordo della Tartaglino, ricevuta dal Sacerdote : quel

giorno, io, poi, andai a casa di mio nipote, a portargli l'immagine e raccomandargli di pregare. Venni, con

mia grande sorpresa e gioia, a sapere, dalla sua mamma, che, sempre in quel giorno, era uscito un posto

per  lui, con presa di servizio, addirittura, per l'indomani, posto che conserva tuttora !  Grata a Maria, elevo

grazie a Dio !! ".

 

                               Alessandria ,            1  /  7  /  1947            P.A.

" In seguito ad un'operazione chirurgica di colecistectomia, subìta nel 1927, si erano formate delle gravi

aderenze attorno al mio stomaco e ai visceri circostanti, provocandomi la chiusura del dotto cistico. Poi,

per cercare di riaprirlo, fu necessario un secondo intervento, nel 1934 ; a questo punto, si crearono altre

aderenze, le quali peggiorarono la situazione gastrica, provocando forti contrazioni del viscere, con un

fastidiosissimo bruciore, ribelle a qualsiasi medicina. Nel 1940, venni in Asti e andai a trovare Maria Tar-

taglino, mentre ero in tali sofferenze : con lei non parlai assolutamente del mio male, ma discutemmo di

altre cose... Io tenevo la mia mano nella sua mano sinistra, e mi accorsi che ella, quasi inavvertitamente,

e come di nascosto, credendo, forse, che io non vedessi, con l'indice della destra, stava toccandomi e

massaggiandomi la regione epigastrica. Seppi, in seguito, che,il dito, era quello che toccò il sangue sgor-

gato dal Crocifisso Miracoloso e per il cui contatto, Gesù le aveva promesso di operare prodigi !!  Io,lì per

lì, non feci caso a quel fatto, ma, da allora in poi, il dolore sparì, come d'incanto, e non ebbi più alcun distur-

bo di sorta ".

 

                               Alessandria ,        30  /  11  /  1947             M.M.O.

Testo

" Sono una Suora, di origine polacca, appartenente alla Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Conoscevo già Maria Tartaglino e mi ero recata molte volte a visitarla, attratta, verso di lei, come da una

misteriosa forza di soprannaturalità : ma, appena mi avvicinavo e, prima di parlarle, lei mi preveniva nella

manifestazione dei miei sentimenti, rivelandomeli, senza che io dicessi nulla e, intanto, mi rassicurava e

mi tranquillizzava,e, tutto ciò, con una tale certezza che io non avevo alcun dubbio. La prima volta che io

incontrai Maria fu quando accompagnai una mia consorella ; il suo modo di accoglierci mi colpì, come se

mi avesse conosciuto da tanto tempo, e, inoltre, mi disse alcune cose che mi fecero capire che costei era

una persona non comune. La Tartaglino mi attraeva poichè, in lei, mi sembrava di scorgere qualcosa di

celeste, che traspariva nonostante le sue sofferenze ; provavo, sempre, un gran desiderio di farle visita

e ne cercavo l'occasione, per la grande gioia che sentivo nel vederla. Avere conosciuto questa persona,

per me, è una gentilezza usatami da Gesù ! .  Durante l'ultima sua malattia, più volte, mi sono recata nel-

la sua cameretta, con una mia consorella, per medicarne le piaghe da decubito di cui soffriva. Dopo la sua

morte, domandai a Gesù, per il bene della mia anima, che permettesse a Maria di farsi vedere ancora una

volta da me : lo desideravo tanto !. Nella notte del 22 settembre 1944, stavo dormendo quando, verso le 2,

mi sentii sfiorare le spalle, come se qualcuno volesse svegliarmi. Nel sonno, gridai forte, tanto da sveglia-

re le consorelle che riposavano nelle stanze attigue ; mi destai, allora, di soprassalto, ed ebbi subito la

netta impressione che ci fosse la Tartaglino, anche perchè ne sentivo la voce, che mi chiamava come era

solita fare in vita. E quella voce aveva un tono di rimprovero, forse perchè gridavo così tanto ; allora, mi

misi a pregare e, pian piano, verso le 3, mi riaddormentai. Ma, appena ripiombata nel sonno, mi sentii, di

nuovo, toccare le spalle, le mani e il petto, con più insistenza di prima. Mi svegliai e vidi il suo volto : in

quel momento, la volli abbracciare, ma lei mi disse . " NON MI TOCCARE ! ", dopo di che scomparve, la-

sciando, nell'anima mia, una grandissima gioia, che mi durò per tutta quella giornata e che io non ebbi

mai più, su questa terra, la fortuna di provare !".

 

                              Asti ,     15  /  10  /  1944             Suor   E . Z.

" Dai primi di maggio del 1946, andavo, lentamente, perdendo l'udito da ambedue le orecchie, e, alla fine

del mese, mi trovai completamente sorda, con mio grande rincrescimento, specialmente, per non poter più

prendere parte attiva a tutte le funzioni religiose. Infatti, non ero più in grado di udire prediche, canti, pre-

ghiere pubbliche e collettive, il suono delle campane, ecc., ecc. !  Fui visitata e curata da parecchi medici,

anche specialisti, ma nulla essi poterono fare o suggerire rimedi al mio male . Allora, io, con grande fiducia,

mi rivolsi ai rimedi celesti, e invocai, con tanto fervore, l'intercessione di Maria Tartaglino, con la quale, in

vita, mi ero sempre mantenuta in affettuosa relazione di confidenza e di amicizia, fin dai primi suoi anni.

Verso la metà di giugno,notai un sensibile miglioramento, cominciando a sentire qualcosetta ; poi, il mi-

glioramento andò rapidamente aumentando, tanto che, in pochi giorni, io guarii completamente, riacqui-

stando l'udito in entrambe le orecchie, come avevo prima di ammalarmi !  Ciò, oltre a me, destò stupore

anche nelle persone mie amiche e conoscenti, le quali, ben sapendo della mia sordità, non ne speravano

alcun esito buono, dal momento che avevo 75 anni d'età !!  Riconoscentissima per questa grazia ricevuta,

elevo preghiere a Dio e alla sua fedele Serva Maria Tartaglino " .

 

                                Asti,         12  /  11  /  1946                    C.T.

Testo
Testo

" Una mia amica, nel febbraio 1945, si trovava in una situazione difficilissima per un parto complicato :

soffriva terribilmente e gemeva, tanto che il medico, che la seguiva, dichiarò necessario il suo traspor-

to all'Ospedale. Io, rimasta impressionata dalle condizioni della paziente, così critiche, mi recai a casa

a prendere l'immagine di Maria Tartaglino e la invocai con fervore, affinchè aiutasse quella poverina.

Dopo brevissimo tempo, nell'abitazione della mia amica, io sentii grida di gioia, poichè era, felicemente,

nato un bel bambino senza intervento chirurgico. Tanto io, quanto la famiglia della partoriente, riteniamo

che vi sia stato, in questo caso, l'intercessione, manifesta, della Tartaglino ! ".

 

                             Cassinelle,            25  /  11  /  1947            B.F.

 

" Un mio cognato, nel mese di aprile del 1946, ricoverato all'Ospedale di Acqui, aveva subìto una opera-

zione complessa  di asportazione di calcoli renali. Dimesso, rimase, per circa sei o sette mesi, tutto gonfio,

edematoso, con perdita continua di urina. Non potendo più andare avanti in queste condizioni, dietro il

consiglio di un amico, si recò all'Ospedale di Genova, dove un noto specialista urologo lo operò per ben

cinque volte, nel mese di ottobre dello stesso anno, asportandogli  100 grammi di calcoli e facendogli pu- 

re la plastica ricostruttiva. Ma la situazione restò molto grave, data, anche, l'età del paziente :  66 anni.

Allora, io lo raccomandai vivamente a Maria Tartaglino, ed egli, dopo circa tre mesi di degenza ospeda-

liera, tornò a casa  completamente guarito. A distanza di un anno, adesso, gode di ottima salute ! ".

 

                              Cassinelle,      25  /  11  /  1947        B.F.

 

 

" Mio marito, nel mese di gennaio del 1935, ebbe una gravissima forma di polmonite e le sue condizio-

ni si fecero subito critiche. Io ero proccupatissima, ma mi raccomandai, con fiducia e con insistenza,

a Maria Tartaglino. In brevissimo tempo, mio marito superò la crisi e guarì : lo stesso medico, che lo

curava, rimase  meravigliato e mi disse : " QUI E' PROPRIO IL SIGNORE CHE E' INTERVENUTO !

QUALCHE SANTO HA PREGATO PER LUI !  SI VEDE CHE C'E' QUALCOSA DI PIU' POTENTE ED

EFFICACE DELLE MIE MEDICINE ! ":

 

                               Cassinelle,         25  /  11  /  1947       B.F.

 

 

" Già fin dal 1940 , io soffrivo di un fastidioso dolore alle gambe, a causa di reumatismi, artrite e lombo-

sciatalgia. Ero molto tormentata : infatti, di notte non riuscivo a dormire e, per lo spasimo, emettevo fre-

quenti gemiti, senza potermi controllare. Mi rivolsi, allora, con fiducia, alla cara Maria Tartaglino, dicen-

dole che, come mi aveva concesso tante grazie a favore di altre persone, così, ora, me ne concedesse

una anche per me !  Dopo qualche settimana, cominciai a migliorare rapidamente, al punto da ritenermi

in poco tempo, guarita. Infatti, da allora in poi, non provai più i dolori e gli incomodi di prima, e tale benes-

sere dura tuttora ":

 

                             Cassinelle,          25  /  11  /  1947         B.F.

 

" Verso la metà del dicembre 1947, mio genero, dimorante a Pegli, si mise a letto con febbre e dolori.

Visto che la febbre continuava a salire, fu chiamato a domicilio il medico, il quale disse trattarsi di una

forma influenzale acuta e prescrisse le medicine del caso. Ma, dopo due giorni, la febbre salì a 40° e

tale restò per due giorni e una notte : il dottore ,allora, diagnosticò un focolaio bronco-polmonare. Noi

eravamo molto preoccupati, in quanto il malato era debole di cuore : a questo punto, io mi rivolsi con

fede viva a Maria Tartaglino e scrissi ad Asti, a Don Mario Martino, affinchè celebrasse una Messa e

facesse preghiere. Subito la febbre, miracolosamente, scomparve, senza bisogno di altre cure e mio

genero si rimise abbastanza presto !  Ora sta bene e non ha più nemmeno i dolori reumatici di cui, pri-

ma, soffriva. Siano rese grazie alla cara Maria Tartaglino, che, per sua intercessione presso il suo San-

to Crocifisso, ci ottenne un tale miracolo ! ".

 

                              Pegli  ( Genova ) ,              8  /  1  /  1948            B.G.

 

 

" Verso la fine del 1947, la mia famiglia ed io, trovandoci in preda ad una indescrivibile afflizione per il

comportamento oltremodo aggressivo ed insidioso dei nostri mezzadri, tanto da farci ammalare e ren-

derci la vita impossibile, ci rivolgemmo, con viva fede, a Maria Tartaglino, onde ottenere, dal Santo Cro-

cifisso di Asti, la grazia, quasi irrealizzabile, essendo già passato S.Martino ed essendo prossimi all'in-

verno, di poter allontanare, dalla nostra cascina, al più presto, e in debito modo, quei mezzadri. Ma, co-

sa mirabile, dopo pochi giorni, spontaneamente i mezzadri, a noi nocivi, si licenziarono, dichiarandosi

disposti ad andarsene via anche subito ! In capo ad un mese circa, noi riuscimmo a sostituirli con una

famiglia esemplare, cristiana, composta da cinque persone adulte, proveniente dal Padovano : e occor-

re dire anche che costoro supplicavano, da tempo, il loro S.Antonio per potersi allogare convenientemen-

te altrove, poichè , sul posto, erano troppo numerosi.....!  Grazie, Santo Crocifisso di Asti, che, nelle nostre

pene, fastidi e travagli, per mezzo di Maria Tartaglino, vittima di espiazione, ci hai confortati ed esauditi !".

 

                             Gassino Torinese,       5  /  4  /  1948           G.E.

 

" Un mio nipote, di anni 24,  all'inizio del mese di febbraio 1947, era stato dichiarato affetto da tuberco-

losi, senza più probabilità di guarigione, e gli era, pure, stato consigliato di farsi ricoverare in un sanato-

rio, ma i suoi genitori, prima di effettuare tale cosa, pensarono di portarlo all'Ospedale di Cosenza, in os-

servazione, sperando, col tempo, di ricoverarlo ivi, in modo fisso. La Direzione, però, si rifiutò di acco-

glierlo come fisso : accondiscese solo a tenerlo provvisoriamente per alcuni giorni. Nel frattempo, lo

raccomandai vivamente a Maria Tartaglino, accendendo una lampadina davanti alla sua immagine.

Dopo circa 5-6 giorni di degenza in quell'Ospedale, mio nipote venne operato alla spalla destra, gli tol-

sero una costola e gli estrassero del liquido pleurico : fatti, poi, gli esami del caso, con sorpresa, venne

constatato che la tubercolosi era scomparsa ! ":

 

                              Lattarico  ( CS ),             10  /  8  /  1948          A.P.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

" Una mia nipote, maritata e residente a Cassinelle, nei pressi di Acqui, non era troppo contenta del suo

matrimonio, anche perchè, dopo circa due anni, l'unione coniugale non era ancora stata cementata ed

allietata dalla nascita di un bambino. Io, vedendo la loro afflizione, ma, soprattutto, rammaricandomi del-

la loro disunione, mi raccomandai, di cuore, alla Beata Vergine Immacolata e alla mia grande devota,

Maria Tartaglino, mettendola come mediatrice presso la Vergine e supplicandola a voler rimediare a tale

dolorosa situazione. Questo succedeva nel mese di giugno del 1947 !  Ora, a distanza di cinque mesi,

detta mia nipote si trova incinta, mentre l'unione e l'affetto coniugali sono ritornati fra lei e il marito e tut-

ti sono felici e contenti. Dal che si può notare come Maria Tartaglino mi ha prontamente ottenuto la gra-

zia sospirata.

 

                             Cassinelle,         25  /  11  /  1947         B.F.

" Una mia amica, domestica di fiducia di una agiata famiglia, mi ha asserito che, una volta, le mucche

della mandria dei suoi padroni, avevano contratto una malattia, per cui, parecchie, ne morivano. Una mat-

tina venne rilevato che, ormai, tutte le bestie erano affette da quel morbo : un danno, ovviamente, note-

vole per i suoi padroni, cui la donna era molto affezionata. Allora, esasperata ma fiduciosa, prese una

reliquia di Maria Tartaglino, andò sul posto dove la mandria pascolava e appese la reliquia al collo del-

la mucca più gravemente ammalata ; quindi, scongiurò Maria Tartaglino ad intercedere per la guari-

gione degli animali, e ad intervenire in quella grande tribolazione. Con enorme sorpresa e meraviglia

di tutti, le mucche guarirono completamente e i padroni non ebbero più alcun danno al bestiame " .

 

                                Scano Montiferro  ( NU )       15  /  1  /  1951          C.A.

" Io posseggo, in Torino, un'impresa stradale, per conto del Comune, impresa che è fornita di carri, caval-

li e garzoni. Devo confessare che, già in precedenza, l'Autorità Militare mi aveva requisito, più volte, vari

veicoli ; ma, quella volta, il giorno 22 settembre 1944, l'Autorità Militare Tedesca, mi aveva requisito un

cavallo, un carro grande, un tamagnone, come noi lo chiamiamo, nonchè il conducente, R.G. Io ne rima-

si addoloratissimo, perchè temevo che non mi fossero più restituiti  e che venissero trasportati in Germa-

nia ; più che la perdita del carro e dell'animale, naturalmente, temevo per il mio conducente, una brava

persone e uno dei migliori che avessi nell'azienda !  Assai preoccupato, mi confidai con la Signora D.M.

per la requisizione fattami, e costei mi esortò a raccomandarmi a Maria Tartaglino, per intercessione del-

la quale, otto anni prima, avevo già ricevuto la guarigione di una mia sorella. Il 30 settembre, il garzone

partì per Vercelli con il carro carico di sacchi di avena : strada facendo, ancor prima di arrivare a Chivas-

so, i cavalli di un altro carro, che veniva dietro, accostatisi, lacerarono, con i denti, i sacchi di avena, tanto

che il contenuto si sparse per la via. Quando i Tedeschi se ne accorsero, vedendo lo spreco della merce,

fecero fermare il veicolo : poi, bloccarono un autocarro vuoto, che, nel frattempo, incrociava il mio, lo re-

quisirono, caricandogli sopra i sacchi, e rimandarono indietro il cavallo, il carro, ormai vuoto, e il conducen-

te. Questo provocò in me un grande stupore, ma, anche, una grande gioia, poichè non mi aspettavo più

una tale fortuna : andai, perciò, a ringraziare quella Signora che mi aveva raccomandato a Maria Tartagli-

no " .

 

                              Torino,     2  /  12  /  1945               R.G.

 

 

" Io mi trovavo affetto da coxite e sinovite alla gamba sinistra e ne avevo sofferto molto, ma, tutto som-

mato, stavo cominciando a migliorare, quando, alla sera del 24 luglio 1944, e per due giorni di fila,pro-

vai tre grossi spaventi : vidi uccidere dai Partigiani, a pochi passi da me, il Segretario fascista di Monca-

lieri; al mattino seguente, andando al mio mulino, scoprii, sul passaggio, tre uomini morti, fucilati, per rap-

presaglia, dai Repubblichini ; infine, mentre era in corso un bombardamento aereo, vidi cadere, vicino a

me, varie bombe, che causarono diversi morti e feriti. Dopo tali spaventi e scosse nervose, stetti un mese

fra morte e vita e la gamba, che era stata ammalata, si accorciò di parecchi centimetri : io, allora, ricorsi

all'intercessione di Maria Tartaglino e la gamba, nel giro di un mese, tornò alla sua lunghezza normale.

Ma , sorpresa : comparve un grosso tumore che non mi dava più alcuna speranza di guarigione ! Ricor-

si nuovamente alla Tartaglino e, il 9 luglio 1945, il tumore scoppiò, letteralmente, aprendo ben 7 fori nel-

la gamba, per, poi, subito, scomparire rapidamente. Ora, sono completamente guarito ! " .

 

                             Moncalieri,      18  /  11  /  1945             R.D.

" Nel settembre del 1937, mi recai, come di consueto, a trovare Maria Tartaglino : questa mi ricevette

affettuosamente, dicendomi subito che doveva informarmi di una cosa importante e preavvisarmi di un

pericolo grave che mi sovrastava. Mi prese le mani, me le strinse nelle sue e, fissando un dato punto

della camera, ripeteva: " IL DEMONIO TI PREPARA UN GROSSO DISPIACERE, MA TU ABBI FEDE

E FORZA ! TI PREPARA UN GRAVE PERICOLO, MA FORZA E FEDE ! NON RIUSCIRA', E' COME

UN CANE MASTINO CHE CERCA DI MORDERE, MA NON RIUSCIRA' A FARTI DEL MALE ! SPERA,

SOFFRIRAI, MA NON RIUSCIRA' NEL SUO INTENTO ! IO PREGO E TI SEGUO, LA MADONNA TI

ASSISTE ! " .  Poi, nell'ottobre successivo, per aver fatto un'opera buona, ebbi una grave molestia.

Avevo fatto trovare, alla propria madre naturale, la figlia, una bimba, che altri avevano fatto credere

fosse morta per adottarla, sottraendola alla vera madre. Io venni calunniata e messa sotto processo !

Persone , da me beneficate, vennero chiamate a testimoniarmi contro, comprate dai miei avversari.

Attraversai momenti bui e dolorosi, mi sovvenni della predizione di Maria, pregai e attesi il processo.

Lì, una persona, ch'era stata citata come teste contro di me , si interpose, affinchè la causa venisse

conclusa con una chiarificazione e pacificazione. Questa persona sapeva che io avevo ragione e cer-

cava una via d'uscita : fece di tutto per riuscirvi , come, di fatto, poi, avvenne ! Anche la mia deposizio-

ne mise in imbarazzo lo stesso giudice ; allora, seduta stante, la causa fu definita con il ritiro della

querela.. La predizione di Maria Tartaglino si era avverata !  ".

 

                                        Asti,      13  /  1  /  1947       N.V.                      

Testo

" Il giorno 4 luglio 1946, venni chiamata d'urgenza al capezzale di mia cognata, L.M.V. ,dimorante in

Alessandria, poichè, da circa 48 ore, stava lottando fra la vita e la morte, assalita da un continuo vomi-

to, probabile esito di un tumore interno disfatto. Ricoverata all'Ospedale, fu sottoposta a radiografie e la

diagnosi confermò, purtroppo, le nostre previsioni : si trattava  di neoplasie addominali, con occlusione

intestinale. Venne, inoltre, giudicata inguaribile e prossima alla fine, considerato , anche, lo stato di forte

deperimento organico presente. Il marito e il figlio, pensando che, con una cura energica, seppur dispera-

ta, la cara ammalata avrebbe potuto salvarsi, disposero il ricovero in una nota Clinica cittadina. Qui, i me-

dici , esaminatala, crollarono il capo, giudicando il caso senza speranza : pur tuttavia, mia cognata ebbe

cure energiche, amorevoli e assidue, sia di giorno che di notte. Fu confermata la presenza di tumori mul-

tipli all'addome, che le provocavano alito fetido e vomito sanguinolento : peggiorò a vista d'occhIo, ebbe,

varie volte, perdita di conoscenza, polso assente e sguardo vitreo ! In un momento di lucidità mentale, le

vennero somministrati i Santi Sacramenti, che ricevette con grande commozione e compunzione. Poco

dopo, però, peggiorò talmente che mio fratello ed io, rimasti soli al suo capezzale, credemmo giunta la

fine : io corsi a chiamare la Suora della notte, la quale si mise a recitare le preghiere dei moribondi. Ac-

corse, pure, il medico di turno che espose a mio fratello la necessità di portarla a casa, onde evitare che

morisse in Clinica. Secondo questo sanitario, mia cognata sarebbe spirata entro un'ora ! Allora, io, nel

mio immenso dolore, mi ricordai di Maria Tartaglino e, col cuore, la invocai, dicendo :"  OH, MARIA,

SALVA QUESTA DONNA, PER CARITA' !  FALLO PER IL MARITO, FALLO PER LUI ! ". Quindi, fatta

venire l'ambulanza della Croce Rossa, adagiammo  la morente sulla lettiga e, con me accanto, ce ne

andammo a casa.  Qui giunti, erano circa le 23, mettemmo nel suo letto la donna e cominciammo a fa-

re tutti i preparativi per la morte imminente. Si parlava a voce alta, perchè, tanto, lei era priva di conoscen-

za ; verso il mattino, all'improvviso, mia cognata si sveglia, riacquista il suo colore abituale e migliora a

vista d'occhio, minuto dopo minuto. Dopo otto giorni, riprende gradualmente ad alimentarsi e dorme un

sonno ristoratore..... Ricoverata nuovamente all'Ospedale per i controlli del caso, i medici, che l'avevano

data per spacciata, rimasero increduli, come incredulo restò il Cappellano che aveva somministrato i

Sacramenti !  Un vero e proprio miracolo, una morta risuscitata: ecco cosa fece Maria Tartaglino di mia

cognata. Onore e gloria a questa santa Vittima di Asti che vide, nel 1933, dal suo Crocifisso, uscire ab-

bondante  il preziosissimo Sangue Divino per i nostri peccati ! ".

 

                                         Alessandria,       12  /  12  /  1946       Suor  G.V.

Testo

" Nell'aprile del 2011, all'improvviso, sento un forte mal di schiena, irradiato sino al fianco sinistro. Il medi-

co, accorso, mi consiglia analgesici e antiflogistici, ma il dolore non si attenua; mi viene prescritto, allora,

un ciclo di terapie fisiche ed antalgiche di venti giorni. All'inizio del mese di giugno, vengo sottoposta ad

una risonanza magnetica che mi diagnostica una forma di artrosi vertebrale deformante. Le medicine, pe-

rò, mi causano dolori di stomaco e di fegato ; ai primi di luglio, un'ecografia di controllo, fatta all'addome,

mi scopre un'ombra molto sospetta sul pancreas e la TAC successiva rivela l'esistenza di una massa allo

stomaco. Ma la gastroscopia, effettuata la settimana seguente, con cinque prelievi di mucosa gastrica, dà

esito negativo. I miei figli, a questo punto, mi portano al Centro Tumori di Candiolo, dove una sprcialista mi

consiglia una eco-endoscopia da farsi a Torino. Padre Chilovi mi dice, allora, di rivolgermi a Maria Tartagli-

no e mi dà un'immagine della medesima, con reliquia, consigliandomi di tenerla sulla parte malata del cor-

po. Cosa che faccio subito e che porto tuttora !  Oltre alle altre preghiere continue, mi rivolgo a Maria Tarta-

glino, secondo l'indicazione dell'immagine e, con me, pregano molte altre persone che mi conoscono.

A Torino, in luglio, mi fanno due endoscopie e una nuova gastroscopia, per certezza estrema : non si trova

più nessuna ombra o massa visibile !!  Il giorno 10 agosto, vengo sottoposta ad una TAC mirata con mezzo

di contrasto : durante l'esame prego incessantemente e tengo con me la reliquia della Tartaglino e la coro-

na del Rosario. Il 16 agosto ritiro i referti, dai quali non risulta proprio niente, salvo un'ernia iatale, di cui io

soffro da tempo. Il medico, quando mi legge il responso, mi abbraccia e mi dice :" VADA, LEI HA FEDE,

CONTINUI COSI', QUI NON C'E' NIENTE ! ".  Stesso discorso mi viene fatto a Candiolo, dove porto a ve-

dere gli esami alla specialista, che rimane stupita e felice. E' passato del tempo ed io mi sento bene e so-

no più forte di prima. Ringrazio Dio Padre, Gesù Cristo, la Vergine Maria ma anche tanto Maria Tartaglino.

 

                                        Alba        15  /  9  /  2011       L.  P.

" Il 26 aprile 1947, alle ore 8,30, mentre stavo percorrendo una via di Asti, sul marciapiede e rasente

alle case, venni investita da un automezzo militare che mi colpì al lato sinistro della faccia e del capo,

producendomi una ferita, della lunghezza di circa 20 centimetri, estesa dal cuoio capelluto sino allo

zigomo. Nonostante il duro colpo ricevuto e la grave ferita riportata, non persi i sensi e me ne andai,

da me stessa, all'Ospedale, accompagnata solo da una donna, vestita di marrone, che mi trovai vicina

quasi senza saperlo e che io non conoscevo affatto. Anzi, costei, dietro mio incarico, andò ad avvertire

una mia cara amica dell'incidente capitatomi: io non potei ringraziare quella donna, poichè si allontanò

rapidamente, nè si fece più vedere. Accorsi i medici, fatte le prime medicazioni ed eseguiti i raggi per

vedere la profondità della lesione,verso le  ore 12, mi fu suturata la ferita, senza alcuna anestesia.

Durante tutto questo tempo io non facevo altro che pregare S.Giuseppe e Maria Tartaglino: devo dire

che il loro intervento fu pronto ed efficace, in quanto mi sentii, dentro, una forza speciale che mi fece

sopportare, senza emettere un lamento, quella dolorosissima operazione. Ero come rivestita di una

arcana virtù che mi sorreggeva , mi infondeva un enorme coraggio, e di cui rimasi sempre stupita !

L'operazione andò ottimamente, non vi furono nè infezioni , nè complicazioni: dopo soli 7 giorni di

degenza, potei tornare a casa guarita. Oggi, due anni dopo quell'incidente, da tanti particolari, solo

a me noti, sono venuta nella considerazione che quella misteriosa donna che mi aiutò, altri non

poteva essere che Maria Tartaglino stessa ! " .

 

                                                                         Asti, 15  /  10  /  1949        G.I.

.

 

" Il nostro amato papà era il nipote di Maria Tartaglino, in quanto suo padre Lorenzo era il fratellastro del-

la mistica. Durante la 2° Guerra Mondiale, allorchè venne chiamato alle armi, la zia Maria volle parlar-

gli e gli predisse che avrebbe viaggiato su una nave, dal nome " IL CONTE ROSSO ", la quale

sarebbe stata silurata e affondata : lui si sarebbe salvato, poichè l'avrebbero recuperato in mare e issa-

to in una scialuppa......! Poi, prima di partire, gli donò una catenina, con una croce,raccomandandosi di

portarla sempre al collo, perchè Dio, Nostro Signore, l'avrebbe protetto, mentre lei avrebbe pregato per

lui !  Inoltre, fece, immediatamente, commissionare, da un pittore, un dipinto, in cui erano raffigurati dei

soldati, naufraghi, tratti in salvo da due scialuppe, mentre la nave, sullo sfondo, affondava e, in alto, a

destra, appariva il Crocifisso Miracoloso Sanguinante. Fece fare, e scrivere, tutto questo , prima ancora

che la tragedia avvenisse e, ovviamente, mentre Lei era in Asti. Nostro padre Ivo ci ha sempre racconta-

to l'episodio, aggiungendo che aveva anche aiutato dei suoi commilitoni a salvarsi, poichè era un abile

nuotatore : ma il suo ricordo più vivido  era rivolto a quelle acque gelide che stavano per sommergerlo,

e, solo grazie alla collana della zia che portava al collo , recante il Crocifisso, mentre si trovava comple-

tamente nudo, aveva potuto essere tratto in salvo. Era , senza ombra di dubbio alcuno, l'intercessione

della zia  che l'aveva, miracolosamente, tratto da quei gorghi  e riportato fra i vivi !  Grati alla nostra

zia, eleviamo lodi al Signore".

 

                                                       Asti,   23  /  12  /  2013      T.M    e   T.P.

 

 

"  Il giorno 14 gennaio 2007, una domenica pomeriggio, ricevetti una telefonata che m'informava di un grave

incidente stradale subìto da mia figlia, e, nello stesso tempo, venivo invitata a recarmi, al più presto, pres-

so l'Ospedale Humanitas di Rozzano ( MI ).  Mi precipitai, ovviamente, sul posto,e il medico mi presentò un

quadro clinico impressionante : in pratica, l'occhio sinistro di mia figlia non esisteva più e il trauma riportato

aveva devastato il naso, le orbite, la fronte e tutto il viso dalla parte sinistra. Premetto che, prima dell'inci-

dente, il suo volto era bellissimo !  Vennero eseguiti diversi interventi chirurgici a scopo ricostruttivo, in ge-

nere, ogni 3 o 4 mesi, ma sempre con esito non risolutivo ; quel che è certo, invece, è che mia figlia, pas-

sati i primi momenti, capì che il suo bel viso non sarebbe mai più stato così come prima, e, a soli 20 anni,

è difficile accettare una tale situazione !  Io chiedevo incessantemente aiuto al Cielo, ma non riuscivo a tro-

vare le forze necessarie per risolvere la cosa. Una collega di lavoro, adesso in pensione, pensò, allora, di

regalarmi due libri che parlavano di una certa Maria Tartaglino, persona della quale io non avevo mai senti-

to parlare in precedenza. Come spinta da una forza interiore, lessi d'un fiato quei libri e andai persino al Ci-

mitero di Asti, dove c'era la tomba di colei....!  Le preghiere, le suppliche, i pianti, gli interventi chirurgici , tut-

to ciò lo può contare solo Dio !  Io cercavo un occhio vero per mia figlia e, invece, le grazie del buon Dio ar-

rivano sempre da dove meno te le aspetti...Mentre mia figlia cominciava ad accettare la protesi, alternando

fasi di paura a fasi di rassegnazione, dal Cielo la nostra Maria Tartaglino mi aiutava a vivere, dandomi, pur

nello sconforto, la forza nella fede e la fiducia. Il 28 ottobre 2010, ci fu l'ultimo intervento di blefaroplastica ;

il timore era quello, al momento del risveglio, della comparsa del dolore, un dolore che mia figlia non voleva

e non poteva più soffrire. Nell'attesa, io pregavo ;  dopo alcune ore , mia figlia arrivò, sulla barella, tremante

di paura per l'inevitabile minaccia del dolore. Io, senza rendermi conto, le risposi che, questa volta, sarebbe

andato tutto meglio !  Lei si addormentò tranquilla ; verso le ore 16, arrivò in camera il chirurgo e mia figlia

si svegliò senza avvertire il benchè minimo dolore...... E il dolore non lo ebbe mai più !  Cercavo un occhio

vero, ho ritrovato un amore vero : la fede, che è forza e preghiera !  Grazie, Maria Tartaglino !

 

                                                       Canale d'Alba ,    7  /  1  /  2011     F.A.

 

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