L' INTERROGATORIO, SUBITO DA MARIA TARTAGLINO, DURANTE IL PROCESSO
DIOCESANO, SUSSEGUENTE ALLE DUE EMISSIONI DI SANGUE, CONCLUSOSI IL
14 MAGGIO A.D. 1934.
Maria Tartaglino venne interrogata, dai membri della Commissione del Tribunale Diocesano, nominati
dal Vescovo di Asti, Mons. Rossi, onde far luce sugli episodi del doppio sanguinamento del Crocifisso,
per ben 26 volte, nel corso di questo Processo. Eccoli descritti nei loro particolari .
1 ) INTERROGATORIO SULLA SUA SALUTE .
Ella rispose : " Ebbi salute abbastanza buona fino ad una certa età ; attualmente, sono affetta da miocar-
dite e da debolezza generale, per cui sono costretta a tenere il letto " :
2 ) INTERROGATORIO SULLA SUA VITA TRASCORSA .
Ella rispose : " Rimasi orfana di madre a 6 mesi, e mio padre passò a seconde nozze ; da piccola, fui bene
allevata da una mia zia. Poi, siccome avevo tanta simpatia per le orfanelle dell'Ospizio S.Chiara, vi entrai
anch'io, per interposizione dell'allora Parroco del Duomo, Don Giuseppe Gamba, futuro Cardinale Arcive-
scovo di Torino. Fin da piccola avevo gran fervore e gran desiderio di far penitenze, e ne facevo tante, sen-
za, però, consultare affatto il Confessore, perchè, nella mia ignoranza, temevo di perderne il merito " .
3 ) INTERROGATORIO SE HA MAI AVUTO MANIFESTAZIONI SOPRANNATURALI .
La teste, dapprima esitò a rispondere, ma, poi, ricordato il giuramento fatto di dire la verità, rispose :
" Ne ho avute diverse, e, su questo, ho scritto varie cose che ho consegnato al mio Confessore, Don Pla-
cido Botti, Vicario Foraneo di Rocca d'Arazzo " .
4 ) INTERROGATORIO SU EVENTUALI SEGNI SPECIALI NEL SUO CORPO .
Ella rispose : " Alla vigilia del 1° Venerdì, specialmente durante l'Ora Santa, che sono solita fare dalle 23
alle 24, ho avuto, per parecchio tempo, dei segni alle mani, ai piedi, alla testa e al cuore ; perdevo sangue
da questi punti fino al pomeriggio del sabato. Però, grazie a Dio, sono sempre riuscita a tenere le cose na-
scoste, benchè con fatica, e nessuno ha mai capito niente, fuorchè il Confessore, Don Botti, e Suor Elisa
Piacentino, dell'Opera Pia Milliavacca. Dopo insistenti preghiere, il Signore mi ha fatto la grazia che questi
segni scomparissero ; l'ultima volta li ho avuti oltre due anni fa, nella festa della Circoncisione del 1932. Ora
al venerdì, e specie al 1° venerdì del mese, sento forti dolori alle mani, ai piedi, al cuore e alla testa, ma
senza manifestazioni esterne. Vidi anche, varie volte, il demonio che mi apparve sotto diverse forme, per
esempio del Padre Confessore, o sotto la forma di un serpente, di un cane, ecc. , assalendomi, spaventan-
domi, tentandomi di bestemmia... Da giovane, vidi, più di una volta, la Madonna, S.Giuseppe e il Bambino,
a cui baciai i piedi " .
5 ) INTERROGATORIO SU EVENTUALI CONTRARIETA' AVUTE .
Ella rispose : " Sì, di contrarietà ne ho avute molte, ed io stessa le domandavo al Signore. Mi pare, poi, di
averle sopportate con abbastanza pazienza, ma non so cosa ne penserà Iddio.... " .
6 ) INTERROGATORIO SULLE PERSONE CHE L'HANNO MESSA SU QUESTA STRADA .
Ella rispose : " Fu mia zia, che mi ha allevata bene fin da piccola, insegnandomi a pregare, a recitare il Ro-
sario, le Allegrezze, ecc. , e tenendomi lontana da ogni pericolo e dissipazione " .
7 ) INTERROGATORIO SU EVENTUALI LETTURE O DISCORSI DI ASCETICA E MISTICA .
Ella rispose che non sapeva cosa significassero quelle parole.
8 ) INTERROGATORIO SU EVENTUALI LETTURE DI VITE DI SANTI .
Ella rispose : " Ho sempre letto poco, perchè sono sempre stata assai occupata a cucire, lavorare al cro-
quet, fare commissioni, ecc. ; ora, poi, non resisterei a leggere " .
9 ) INTERROGATORIO SULLE SUE PREGHIERE E DEVOZIONI .
Ella rispose : " Prego poco vocalmente, solo mentalmente nelle sofferenze, ma, da piccola, pregavo molto
vocalmente. Non riesco a fare una vera e propria meditazione. Da piccola, avevo gran fervore, anche sen-
sibile, ma poi, ora, piuttosto aridità che fervore. Sono rarissime le notti che passo tranquilla. Riguardo alle
mie devozioni, sono quelle verso il Signore, la Madonna, S.Giuseppe, Gesù Crocifisso, ecc. " .
10 ) INTERROGATORIO SUL SOPRANNATURALE .
Ella rispose : " Sono cose che umiliano a dirle. Talvolta mi perdo nelle perfezioni di Dio, nei suoi attributi,
nel mistero della SS.Trinità e in altri misteri. In quel mentre capisco tutto quanto è possibile capire, si vedo-
no proprio le cose chiare e si conoscono in modo che non se ne può dubitare. Quando si ritorna in sè, nel
cuore rimane una gioia, una pace interna, una soavità, che durano, magari, diversi giorni e, a volte, meno.
Dopo, resta ancora qualche conoscenza della cosa, ma molto, molto meno. Non so di preciso da quanto
tempo mi capita questo ; però, è tutto scritto nelle carte che ha il Confessore, cominciando dai miei peccati.
Io scrissi tutto per espresso comando di lui, e piansi molto prima di adattarmi a fare queste ubbidienze !
Scrivevo correntemente, come se mi guidassero la mano, ma, poi, non rileggevo più, altrimenti ero portata
a strappare tutto.... ! Delle volte, queste cose speciali mi capitano alle feste principali, altre volte, no . Talo-
ra, mi procurano gioia, talora, molte sofferenze, specie quando vedo i dolori di Gesù. Talvolta, mi capitano
con frequenza, tal'altra, a distanza di una settimana o più. Vengono all'improvviso, senza nulla prevedere
prima. Il 23 dicembre 1933, passai una notte terribile, per pene interne ; al mattino, non potei neppure far
la S.Comunione. Verso le 7,30, quando suonò la campana, mi sono perduta e ho visto un'anima, come
una giovane bellissima, coperta da un candidissimo manto, con le mani giunte, gli occhi rivolti al cielo, in
contemplazione, sola in alto mare ; e ho visto come tre globi luminosissimi, che si sono riuniti in uno solo,
e sono andati a nascondersi nel cuore di quella giovane. Compresi che un'anima spoglia di ogni affetto
terreno, è priva di ogni soccorso umano, sola come sul mare, e se tiene gli occhi, cioè le sue speranze e i
suoi affetti, al cielo, consegue l'unione con la SS. Trinità, simboleggiata nei tre globi luminosi " .
11 ) INTERROGATORIO SULLE EMISSIONI DI SANGUE DEL CROCIFISSO .
Ella rispose : " Il Crocifisso in parola mi fu regalato da Suor Elisa Piacentino parecchi anni fa ; era stato
dipinto da una Suora, ma il lavoro era stato fatto male, ed era brutto. Vistolo così, le sorelle Taglietti lo por-
tarono a casa loro e lo ridipinsero bene, con macchie rosse sullo sfondo bianco del gesso. In esso non vi
era mai stata, fino all'11 Agosto, nessuna manifestazione speciale che attirasse l'attenzione. Fin dal merco-
ledì 9 agosto, avevo capito che Gesù era stato offeso ; al venerdì 11, dopo la S.Comunione, conobbi anche
meglio che Gesù era stato offeso molto gravemente e domandava riparazione. Piansi tutto il giorno e, in
certi momenti, quasi non sapevo cosa mi facessi : ero come fuori di me ! Dopo pranzo, mi sentii spinta a
gettarmi ai piedi del Crocifisso ; mi alzai e mi prostrai ai piedi di esso, con le braccia aperte, e sentii che
Gesù si lamentava che era stato sacrilegamente offerto e ricevuto e la sua Passione si era perfettamente
rinnovata e domandava riparazione per il suo amore profanato. E vedevo il Redentore Crocifisso, che sta-
va davanti a me, vivo come in un'aria moribonda, col petto che ansava... ! Proprio mentre suonava il tocco,
fissai gli occhi sul costato e vidi luccicare e uscire il sangue ; toccai subito col dito e lo ritrassi macchiato di
sangue, mi asciugai col fazzoletto, poi, presi lo strofinaccio della polvere, lo inzuppai d'acqua, lo spremetti
alquanto, lavai e asciugai il Crocifisso. Ma, siccome non cessava, dopo un po', andai a chiamare Madama
Mortera ; venuta che fu in camera mia,le dissi di mettere il suo dito sul Crocifisso. Lei, dopo un po' di titu-
banza, lo mise e lo tolse macchiato di sangue ; allora, prese della carta e asciugò il sangue, che usciva dal
costato, anche con quella. Se avessi potuto, avrei preso il Crocifisso e l'avrei riportato subito a Suor Elisa
Piacentino, che me l'aveva regalato, ma non potevo muovermi di casa. Verso le 3 del pomeriggio, ero sedu-
ta davanti al Crocifisso, che facevo l'Ora, e stavo contemplando Nostro Signore ; vedo, di nuovo, Gesù
ansante, si riapre la ferita e ne sgorga, ancora, il sangue. Mi sono trovata nei fastidi : ho asciugato e lava-
to, ma non cessava, ho usato anche dei batuffoli di cotone, sperando che assorbissero il sangue, ma tutto
era inutile ! Allora, lo presi e lo portai dalla Signora Mortera ; passando nel corridoio e voltando il Crocifisso
perchè le ricoverate non si accorgessero cosa avevo in mano, caddero due gocce di sangue per terra.
Giunta dalla Mortera, le dissi di tenerlo lei ; poi, tornai indietro e, col fazzoletto bagnato nell'acqua del rubi-
netto, che è lì vicino, lavai le due gocce di sangue sul pavimento. Aggiungo che c'era del sangue anche
alla corona di spine, alle mani e ai piedi, ma non colava, e vi era,pure, una goccia sulla bocca. Verso le
4,30 mi ero fatto riportare il Crocifisso nella mia camera e mi ero messa a letto. Alle 5, presi il Crocifisso
in braccio ed ecco uscire nuovamente il sangue. Ero tutta preoccupata ; in quel momento, in camera mia
entrò la Signora Mortera, alla quale diedi il Crocifisso, dicendole di prenderlo e di portarlo via. La Signora
Mortera lo prese e lo portò nella sua camera, coricandolo perchè il sangue non cadesse " .
12 ) INTERROGATORIO SULL'USO DEGLI STRACCI E DEL COTONE .
Ella rispose : " Gli stracci li lavai nell'acqua, che si arrossò di sangue : poi, l'acqua la buttai via. I batuffoli
di cotone li diedi al Padre Confessore e ad altri ; io non ho tenuto assolutamente nulla di ciò " :
13 ) INTERROGATORIO SULLA QUANTITA' DI SANGUE USCITA DAL CROCIFISSO .
Ella rispose : " Veramente, non saprei dire niente di preciso : è difficile calcolare. Forse, due dita in un bic-
chiere, al massimo, fra tutte e tre le volte ":
14 ) INTERROGATORIO SU QUANTO AVVENNE IN SEGUITO .
Ella rispose : " Il giorno dopo, sabato 12 agosto, venne il Padre Confessore, Don Botti. Gli feci un cenno
generico che ero preoccupata per il Crocifisso, senza, però, dirgli subito cos'era successo ; lui mi disse di
non preoccuparmi per il Crocifisso, chè, al massimo, ne avremmo preso un altro. In quel momento, entrò
Madama Mortera con il Crocifisso coperto : lo scoprì e glielo fece vedere, narrandogli la cosa. Il Padre non
parve che ci desse importanza, ma si mostrò incredulo. Io gli dissi, più per tener nascosta la cosa che per
altro, che, forse, era un'opera del demonio, ma lui mi rispose : " Cosa c'entra qui il demonio ? ". Era già
tutto combinato con le Signorine Ivaldi per andare un po' in campagna, nella loro villa di Isola d'Asti ; e vi
andai, difatti, il mercoledì 16 agosto. Nel mese che stetti via, ebbi sempre l'impressione di quel Crocifisso,
anche per la preoccupazione che la cosa venisse conosciuta ":
15 ) INTERROGATORIO SUL SIGNIFICATO DA DARE A QUEL FATTO .
Ella rispose : " Ho capito che era un segno della misericordia di Gesù ; Egli ha fatto vedere la sua Passione,
rinnovatasi per qualche sacrilegio, e le sue sofferenze. Avrei preferito soffrire io. Proprio a me dovevano ca-
pitare queste cose...! Sia fatta la volontà di Dio ! ".
16 ) INTERROGATORIO SU EVENTUALI ASPORTAZIONI DEL CROCIFISSO .
Ella rispose : " No, nessuno lo ha mai portato via ! Prima, quando ero nell'infermeria comune, lo tenevo
sospeso almuro con un filo ; poi, venuta in questa stanza, lo tenni sempre qui, sull'inginocchiatoio, ed è
sempre rimasto qui " .
17 ) INTERROGATORIO SUL SUO STATO D'ANIMO AL MOMENTO DELL'EMISSIONE DI SANGUE .
Ella rispose : " In quel momento mi sono come perduta; ho visto come soffriva Gesù, ho visto quella perso-
ne che lo aveva fatto soffrire, e che io conoscevo. Ciò mi ha molto impressionato e chiedevo misericordia
per quella persona, perchè il Signore la salvasse. Di Gesù non sentivo, e non ho mai sentito, la voce mate-
riale, ma solo la voce interiore " .
18 ) INTERROGATORIO SULLA SECONDA EMISSIONE DI SANGUE .
Ella rispose : " Quando ritornai dalla campagna, il 20 settembre, mi sentii spinta a palesare l'accaduto alla
Suora che, ordinariamente, mi assiste, Suor Giuseppina Garberoglio, la quale, l'11 agosto, si preparava a
partire, e non aveva saputo niente del fatto. Una voce mi diceva di dirglielo, poichè è la mia assistente ; io,
però, non osai, preferendo attendere il Padre, che, tuttavia, quella settimana, non venne. Al sabato 23, la
spinta diventò fortissima ; ne parlai alla Signora Mortera, ed essa mi disse che anche a lei era venuto lo
stesso pensiero. Mi riferì, pure, che il Rettor Maggiore, quando aveva saputo la cosa da lei, pur raccoman-
dando il silenzio, aveva detto che non sarebbe stato possibile nascondere la cosa a tutti. Allora fummo inte-
se che la Mortera avrebbe detto qualcosa alla Suora, poichè io non mi sentivo il coraggio di far la prima e,
poi, avrei detto il resto. E così facemmo. La Suora disse che Gesù non l'aveva ritenuta degna di assistere
ad un miracolo, e insistette presso di me affinchè pregassi il Signore che facesse vedere qualcosa anche
a lei. Ma io le risposi che non avrei pregato senza il consenso del Confessore e che, secondo me, era im-
possibile che il fatto si ripetesse....; era successo una volta, ma adesso non più....! Al 27 settembre, mi al-
zai dal letto e mi misi a lavorare ad un cuscino da mettere in una scatola sotto al Crocifisso, per darlo, poi,
alle Suore. Il Crocifisso era al suo posto, coperto per non lasciar vedere la macchia di sangue ; si trovava
nel guardaroba, avvolto in un panno bianco. Facevo, dunque, il cuscino, quando sento in me come una
ispirazione : " CHIAMA LA MIA SPOSA ! " ; io affrettavo il lavoro e la spinta si faceva sempre più forte...!
Credetti, quasi, che fosse una tentazione demoniaca per impedirmi di lavorare il cuscino e di dare il Croci-
fisso alle Suore. Ed ecco che suonano le 13 e la voce si fa irresistibile, dicendomi : " QUESTA E' L'ULTI-
MA MANIFESTAZIONE ! DESIDERO AVERE PIU' TESTIMONI, CHIAMA LA MIA SPOSA ! ": Mi alzo, le-
vo la testa, apro il guardaroba e vedo il lino, che copriva il Crocifisso, macchiato di sangue. Compresi che
era un'altra manifestazione e mi fece molta impressione, anche se non sentivo nessuna voce, nè pena in-
terna. Chiusi il guardaroba, uscii dalla stanza e mi trascinai fin oresso la scala, mandando a chiamare Suor
Garberoglio, che, però, non arrivava mai...! Quando, finalmente, giunse, per non far conoscere la cosa alle
altre,dovetti dirle che c'era gente in camera mia che l'aspettava. Entrate in camera, mi chiese dov'erano
quei che l'aspettavano ; io le dissi di aprire il guardaroba e, apertolo, vide il lino macchiato. Tutta impressio-
nata, tolse il Crocifisso, lo scoprì, in parte, lo posò sul letto, col pannolino sotto, e poi si gettò in ginocchio
per terra con le braccia aperte, piangendo e mescolando le sue lacrime col sangue del Crocifisso. Io mi
ritirai, in disparte, in un canto della camera. Dopo che si fu sfogata un bel po', la Suora mi disse di andare a
chiamare la Madre Vicaria, Superiora delle Suore dell'Ospizio. La mandai a chiamare, ma, anch'essa, tardò
a venire ; quando entrò e vide di che si trattava, fu colpita da grande ammirazione e stupore. Poi, corse a
chiamare dei Sacerdoti ; ne venne, prima, uno solo, che vide anche uscire il sangue e caderne una goccia
dal capo sulla spalla. Quindi, ne vennero altri e, fra di essi, Don Patrizio Garberoglio, Direttore della Casa.
Finchè ne furono entrati due soli, io me ne restai in un canto, ma, quando entrarono gli altri due, uscii e an-
dai a sedermi sulla terrazza, fra l'ammirazione delle ricoverate, che, avendo visto venire da me tanti Sacer-
doti, crdevano che stessi male. Verso le ore 15, tornai in camera e la Superiora disse di andare a chiamare
un fotografo, il Sig. Can. Barosso, Rettore del Portone, il quale. già due giorni prima, aveva fotografato il
Crocifisso. Gli scrissi, perciò, un bigliettino, pregandolo di venire da me con la macchina fotografica e con
le lastre. Dopo un quarto d'ora, circa, venne e portammo il Crocifisso nella camera della Sgnora Mortera per
fare la foto, ma io rimasi nella mia camera. A sera, mi riportarono il Crocifisso e me lo mostrarono ; io rimasi
come spaventata nel vedere la ferita del costato, rotonda, grossa tanto che ci sarebbe entrato un cece den-
tro e, vicino ad essa, due strappi, come di carne. Il Crocifisso venne, poi, portato di là, nella casa del Novi-
ziato, ma vi restò solo una notte, dopo di che me lo restituirono, chiuso in una cassetta " .
19 ) INTERROGATORIO SU ALTRE CIRCOSTANZE DI QUESTA SECONDA EMISSIONE .
Ella precisò : " Rimase macchiata, con due gocce di sangue, anche la coperta del letto, che stava sotto il
Crocifisso, e il pannolino ; una macchia la lavai, ma l'altra c'è ancora ! Questa volta, il Crocifisso non fu la-
vato affatto, ma il sangue scese sulla croce e sul lino. Ne venne asciugato un po'con del cotone che fu mes-
so sotto.Il sangue uscì in quantità minore, quel giorno rispetto all'11 agosto. Il lino, che era stato adoperato
e che, poi, rimase macchiato di sangue, è un pezzo di una foderetta guasta che io aggiustai così. La fode-
retta faceva parte del corredo che mi avevano regalato le Signorine Ivaldi, venuto, forse, a loro da qualche
parente. La piaga del costato destro, prima delle emissioni di sangue, era appena segnata con un piccolo
taglio trasversale " .
20 ) INTERROGATORIO SULLE SENSAZIONI PROVATE NEL LAVARE E ASCIUGARE IL CROCIFISSO.
Ella rispose : " Di sicuro, non saprei dire, perchè non badai a questa cosa ; ma, mi pare che il Crocifisso
fosse duro, poichè non notai che il dito affondasse come nel molle " .
21 ) INTERROGATORIO SE IL SANGUE USCITO FOSSE PROPRIO DEL SIGNORE .
Ella rispose : " Questo non lo so, non lo posso dire ; soltanto, sono certissima del fatto che il sangue è usci-
to ! L'ho giurato e lo giuro con tutta sicurezza ! Infine, confermo tutto quello che ho già deposto nei proces-
si e interrogatori precedenti, che sono più precisi ed estesi " .
22 ) INTERROGATORIO SU EVENTUALI MISSIONI SPECIALI AVUTE DAL SIGNORE .
Ella rispose : " Mi pare che la mia missione sia di soffrire per i peccatori, in modo speciale per i Sacerdoti ;
non so, però, se il Signore abbia accettato la mia offerta di vittima, che da parecchio tempo mi sono sentita
ispirata a fare " .
23 ) INTERROGATORIO SE IL CROCIFISSO SIA STATO PORTATO FUORI DALL'OSPIZIO .
Ella rispose : " Nel tempo in cui lo tenne la Signora Mortera, io non lo so, perchè ero assente. So, però, e
ricordo, che il giorno 25 settembre, a sera, giorno in cui il Can. Barosso aveva preso, al mattino, la prima
fotografia, il mio Confessore lo prese e lo portò a Mons. Stella, in Seminario, per chiedergli dove collocarlo,
essendoci la richiesta, per averlo, da parte del Can. Barosso e da parte delle Suore. Consigliato a riportarlo
nella mia stanza, lo riportò subito, accompagnato dallo stesso Mons. Stella, e il Crocifisso venne sistemato
nel guardaroba in camera mia. La sera, poi, del 27 settembre,io stessa lo consegnai a Suoir Giuseppina
Garberoglio e alla Madre Vicaria, che lo portassero nella vicina Casa del Noviziato, ove rimase fino al matti-
no, chiuso nell'armadio dei paramenti sacri. Verso le ore 7, dietro richiesta dei Superiori della Casa, i quali
sostenevano che dovesse rimanere in camera mia, me lo riportarono " .
24 ) INTERROGATORIO SULLA VERA IDENTITA' DEL CROCIFISSO DOPO QUESTI SPOSTAMENTI .
Ella rispose : " Sì, preciso in tutto e per tutto, segnatamente riguardo alle macchie di sangue. Da allora in
poi, il Crocifisso rimase nella mia stanza per circa due mesi, collocato in un angolo sopra un tavolino, den-
tro una cassetta, su di un piccolo cuscino. Poi, vennero a prenderlo, una sera, il Rettor Maggiore e Don
Mori, che lo portarono con sè non so dove...., dicendo che me lo avrebbero riportato....! Adesso, credo che
sia nell'Ospizio, presso i Superiori " .
26 ) INTERROGATORIO SULLA PERMANENZA DEL CROCIFISSO PRESSO LE SORELLE TAGLIETTI.
Ella rispose : " Il Crocifisso fu presso le sorelle Taglietti, per essere dipinto, circa due anni fa e rimase pres-
so di loro per un mese, in quella villa che costoro hanno sui confini di Asti " .
Al termine di tutti questi interrogatori, a Maria Tartaglino viene mostrato il Crocifisso : ella lo riconosce, con
certezza, per quello di cui ha parlato nelle sue deposizioni.