PERSONE IN RAPPORTO VARIO CON LA MISTICA
Nacque, a Pontecurone, il 23 giugno 1872. Allievo di Don Bosco, il 16
ottobre 1889, entrò nel Seminario di Tortona e fu nominato custode del
Duomo. Tre anni dopo, iniziò l' apostolato per la gioventù: il 13 aprile
1895 ,venne ordinato sacerdote. A partire dal 1899, cominciò a radunare
intorno a sè un primo gruppo di sacerdoti e chierici, che costituiranno la
Piccola Opera della Divina Provvidenza, approvata nel 1903. Dal 1919
iniziò a fondare collegi, colonie agricole e opere caritative e assistenziali,
sia in Italia che nel mondo. Fondò il santuario di N. S.della Guardia,
a Tortona, nel 1931. Dedicò la sua vita ai sofferenti. Morì a Sanremo il
12 marzo 1940; fu beatificato nel 1980 e proclamato santo nel maggio 2004.
Conobbe la Tartaglino attraverso diverse persone e si mostrò, sempre, convinto assertore
delle verità soprannaturali legate al fatto del S.Crocifisso di Asti , anche dopo che Esso fu
tolto al culto pubblico. Inoltre, assicurò tutti i conoscenti e gli amici,laici e religiosi, che il
Crocifisso aveva versato sangue,più volte, anche a Roma , dove era stato portato.
Nato a Casorzo nel 1879, fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1902 e, per due
anni, fu viceparroco a Rosignano Monferrato. Nel 1904, fu nominato
Canonico teologo della Cattedrale di Casale e professore di Sacra Scrittura
nel Seminario Diocesano. Militò nell' Azione Cattolica e questa esperienza
arricchì la sua formazione pastorale. Nel 1921, fu nominato, da papa
Benedetto XV°, vescovo di Susa. Promosso da Pio XI° alla sede di Asti, il 3
luglio 1932, Mons. Umberto Rossi fece il suo ingresso in Diocesi con un
gran concorso di clero e di popolo. Il suo operato si ispirò profondamente
ai dettami dell' Azione Cattolica, specie nella vita del Seminario e nella
formazione delle nuove generazioni del clero astigiano. Nel periodo
della 2° Guerra Mondiale, si adoperò molto per liberare ostaggi o per salvare condannati a morte.Alle
ore 16 del 24 aprile 1945, trattò la resa tedesca di Asti. Nel 1946, su sua richiesta, papa Pio XII° acconsentì
che la Beata Vergine del Portone diventasse compatrona, insieme a S. Secondo, della città e della diocesi
di Asti. Morì il 6 agosto 1952. Mons. Rossi visse un rapporto intenso con Maria Tartaglino: accenniamo al
miracolo avvenuto nell' Ospizio di S. Chiara, l' 11 agosto e il 27 settembre 1933. Miracolo di sangue, che
invita alla conversione: un Crocifisso che, a varie riprese, ha versato sangue dalle sue ferite, specie da
quella al costato. Il Vescovo dichiarò vero il fatto, provato dalle testimonianze incontrovertibili, raccolte,
sotto il vincolo del giuramento e con la più scrupolosa attenzione, in due processi. Secondo Monsignore, il
miracolo operatosi fu una grande gloria e una grande misericordia per l' Ospizio di S. Chiara, per la
Congregazione degli Oblati di S. Giuseppe, per la Città e per la Diocesi di Asti.
Al secolo, Francesco Forgione, nacque a Pietrelcina, un piccolo comune
alle porte di Benevento, il 25 maggio 1887. Gli venne dato questo nome,
Francesco, per desiderio della madre, devota al Santo di Assisi. Non
avendo potuto frequentare le scuole in modo regolare, poichè doveva
aiutare la famiglia lavorando la terra, solo all' età di 12 anni, cominciò
gli studi, sotto la guida di un sacerdote. L'aspirazione alla vita religiosa
gli venne dalla conoscenza di un frate del Convento di Morcone, che
passava per Pietrelcina a raccogliere offerte. Così, nel 1902, entrò in
convento. Il 22 gennaio 1903, fu novizio cappuccino e diventò Frà Pio;
un anno dopo, emise la professione dei voti semplici. Nel 1907, fu nel
Convento di Serracapriola, poi, in quello di Montefusco, dove studiò la teologia. Nel 1907, professò i voti
solenni e, il 10 agosto 1910, fu ordinato sacerdote: in tale periodo, gli agiografi collocano la comparsa, sulle
sue mani, delle stigmate.Dopo alcuni mesi passati nel Convento di S. Anna, a Foggia, il 13 agosto 1916,
entrò a S.Giovanni Rotondo, paese che non avrebbe mai più lasciato. Qui, morì il 23 settembre 1968. Fu
destinatario, ancora in vita, di una imponente venerazione popolare, anche in seguito alla fama di valido
taumaturgo, da lui acquisita, e derivante da doni soprannaturali posseduti: le stigmate, che avrebbe portato
per più di 50 anni, il dono della bilocazione, la profezia e la cardiognosi, cioè la capacità di leggere nei
cuori e nella mente delle persone. Padre Pio ebbe una grande ammirazione per Maria Tartaglino, che
considerava sorella in spirito: fu da lei in bilocazione almeno tre volte e lei, da lui, una volta. In tali
circostanze, Maria ebbe a lodare la bonarietà del frate che tutti dicevano burbero. Padre Pio si disse
sempre pronto a sottoscrivere tutto ciò che la Tartaglino sosteneva : a proposito del Crocifisso di Asti,
il 4 giugno 1947, a Padre Mario Martino, rispose " IL CROCIFISSO DEVE TRIONFARE E DEVE
RITORNARE, GLORIOSO, AL SUO POSTO, NELLA CASA DOVE SI E' MANIFESTATO. SE I PADRI
GIUSEPPINI VEDESSERO TUTTO QUELLO CHE DI GLORIOSO SEGUIRA' IL TRIONFO DEL
CROCIFISSO, REPUTEREBBERO UN NULLA LA PROVA E L' ATTESA !". Fu santificato nel 2002.
Nacque, il 26 dicembre 1844, a S. Martino Alfieri, un paese nelle vicinanze di
Asti,e qui trascorse la fanciullezza, alternata a periodi di residenza aTorino,
dove il padre Vincenzo esercitava il lavoro di commerciante. La devozione
che egli nutrì verso la Madonna fu determinante nella scelta alla vocazione.
Entrato nel Seminario di Asti, divenne l' animatore dei suoi compagni nei
propositi di bene e di santità. Con alcuni di questi si legò col vincolo di una
profonda amicizia che durò per tutta la sua vita. Ordinato sacerdote nel 1868,
visse il ministero sacerdotale nella Diocesi di Asti come Segretario del Vescovo,
Carlo Savio; in seguito, si occupò delle attività della Curia, dedicandosi alle
confessioni, alla direzione spirituale, alla catechesi, alla formazione religiosa e
morale dei giovani e al catechismo per i giovani operai. Si fece anche carico di una Casa di Riposo per gli
anziani, si adoperò nell' impegno dei laici nelle varie iniziative cattoliche che andavano sorgendo. Volle
trasmettere la sua aspirazione di dedizione totale al Signore progettando una nuova Famiglia religiosa che
facesse rivivere, nella città di Asti, la vita religiosa maschile, soffocata dalle leggi eversive del tempo. Il 14
marzo 1878, fondò la Congregazione degli Oblati di S. Giuseppe, alla quale affidò la diffusione del culto a
S. Giuseppe, la formazione della gioventù e l' aiuto ministeriale alle Chiese locali. Papa Leone XIII° lo creò
Vescovo di Acqui e anche in questa sede si adoperò per creare l' unione spirituale tra il clero e i fedeli.
Morì, il 30 maggio 1895, a Savona, dove si era recato, nonostante le precarie condizioni di salute, per
prendere parte alle manifestazioni del 3° Centenario della morte di S. Filippo Neri. Il 26 settembre 1993
venne beatificato e, il 25 novembre 2001, Papa Giovanni Paolo II° lo santificò. La Maria Tartaglino, il 23
ottobre 1900, entrò nell' Istituto di S. Chiara, accettata tra le Figlie di S. Anna: era questa una istituzione
fondata dal Marello, annessa alla Congregazione degli Oblati. Comprendeva ragazze e donne orfane che
non desideravano assumere i voti, ma nemmeno tornare nel mondo: dovevano provvedere al servizio
domestico degli Oblati e occuparsi della Casa e dell' Ospizio di S. Chiara. Anche se la Tartaglino non
conobbe direttamente Mons. Marello, lo pregò continuamente e fu da lui consolata, apparendole in
numerose visioni estatiche.
Nacque a S. Damiano d'Asti, il 25 aprile 1857. Orfano di padre, nel 1871, entrò
nel Seminario Vescovile di Asti, dove, nel primo anno di studi, fu aiutato,
economicamente, da Don Bosco, mentre, dal secondo anno in poi, beneficiò di
una pensione creatagli dalla vedova Crista Vittoria Ventre. Sotto la guida
spirituale di S. Giuseppe Marello, che fu il suo Confessore, venne ordinato
Sacerdote nel 1880. Esercitò il suo ministero come Viceparroco e Parroco della
Cattedrale di Asti e, dal 1883 al 1901, come Vicario Generale della Diocesi. Fu,
quindi, eletto vescovo di Biella, il 16 dicembre 1901, da Papa Leone XIII°.
Vescovo di Novara nel 1906, divenne, quindi, arcivescovo di Torino nel 1923.
Papa Pio XI° lo elevò al rango di Cardinale nel concistoro del 20 dicembre
1926, con il titolo di S. Maria sopra Minerva. Morì il 26 dicembre 1929. Il Vicario, Mons. Gamba, fu colui
al quale Teresa Valsania scrisse una lettera, pregandolo di accettare Maria Tartaglino nell' Istituto di
S. Chiara. Dopo il colloquio con Maria e, soprattutto, dopo l' intervento straordinario di S.Giuseppe
presso il Consiglio dell' Istituto, il 23 ottobre 1900, la Tartaglino entrò in S. Chiara e Mons. Gamba ne fu
il suo primo Confessore.
DON GIOVANNI MEDICO
Nacque a Castello d' Annone, nel 1855, e gli fu posto il nome di
Giorgio. Rimasto, ben presto, orfano di padre, che morì in un
incendio per salvare una persona, diventò il responsabile
principale della sua famiglia, lavorando nei campi. Riformato
alla visita di leva, fu notato da Don Giuseppe Marello, suo
confessore e insegnante di catechismo. Giovane piissimo, nel
novembre 1877, entrò nel Seminario di Asti, ma, due mesi
dopo, fu costretto ad uscirne e ad interrompere gli studi, per la poca salute e per gli scarsi mezzi finanziari.
Tornato al suo paese natale, partecipò alle cerimonie delle Sacre Missioni, avvicinando i predicatori
Lazzaristi e chiedendo di entrare nella loro Congregazione. Contemporaneamente, però, ricevette una
lettera di Don Marello, che lo voleva fra gli Oblati: Giorgio, dopo aver meditato ed essersi consigliato, decise
di accettare la proposta del Marello. Il 14-3-1878, nasceva, al Michelerio, la Congregazione degli Oblati di
S. Giuseppe, e Giorgio Medico vi entrò a farne parte. L' anno seguente, il 1879, vestì l' abito religioso e
cambiò il suo nome in Giovanni. Tutto, in questa nuova veste, concorreva a spingerlo sulla via della santità.
Innalzato da Dio a un grado elevato di orazione, non solo attendeva, con fervore, a tutti gli esercizi di pietà,
praticati nella Congregazione, ma passava lunghe ore ai piedi di Gesù Sacramentato. Insegnava il
Catechismo in varie Parrocchie della città e serviva Messa in Duomo. ll Marello lo mandò a fare il mese di
Maggio nel piccolo Santuario della Madonna della Mercede, al Vallone di Antignano, che egli, pochi anni
prima, aveva comprato da un proprietario privato e aperto al pubblico. Nel 1880, riprese gli studi e nel 1888,
venne ordinato Sacerdote. Quando gli Oblati lasciarono il Michelerio e si trasferirono a S. Chiara, venne
incaricato dell' assistenza ai giovani. Passò, poi, a fare l'economo della Casa, e si occupò, anche, dello
Ospizio dei Cronici. Morì nel 1920. Don Medico fu una delle prime persone, a S.Chiara, a ricevere Maria
Tartaglino, di cui divenne, anche, il secondo Confessore Spirituale. Intuendo le doti di questa giovane, le
raccomandò un Confessore stabile e fisso, non della Casa, in quanto, per regola, questo, doveva essere,
di volta in volta, cambiato. Pertanto, la presentò a colui che sarebbe diventato il suo Assistente Spirituale
per oltre vent' anni, e cioè, Don Placido Botti, il Viceparroco della chiesa di S.Caterina.
Nacque ad Asti, il 6-3-1885. Venne ordinato Sacerdote nel 1908,
dal Vescovo, Mons. Arcangeli. Esercitò il suo ministero come
Viceparroco a S. Caterina, dal 1908 al 1919, e a Rocca d' Arazzo,
come Arciprete e Vicario Foraneo, dal 1919 al 1955. In quell' anno,
però, per motivi di salute, rinunciò alla Parrocchia, per ritirarsi nella
Piccola Casa della Divina Provvidenza a Torino, esplicando la
sua opera sacerdotale a Pinerolo e a St. Vincent. Ritornato a
Pinerolo, immobilizzato dal male, venne ricoverato all' Ospedale
della Piccola Casa di Torino, sino alla morte, sopraggiunta il
23-5-1960. Appartenente alla Congregazione del Sacerdoti di
Costigliole, fu anima veramente sacerdotale, mite, caritatevole, attivo e ammirato da tutti. Nel 1914,venne
presentato, da Don Medico, a Maria Tartaglino, di cui divenne Confessore Spirituale sino al 1936. A lui, la
Tartaglino scrisse, almeno, 450 lettere; fu costui ad assistere all' apparizione delle Stigmate sul corpo della
Mistica. Nel 1944, confessò, per l' ultima volta, in punto di morte, la Tartaglino, ricevendone il commosso
ringraziamento per essere tornato da lei, dopo una separazione, voluta dai Superiori, di otto anni ! .
Nata nel 1874, fu Suora appartenente all' Opera Pia Milliavacca,
di cui, poi, divenne Madre Superiora. Il confessore di Maria
Tartaglino, Don Placido Botti, del Clero secolare, affidò a Suor
Elisa il delicato compito di controllare le stigmate, oltre ad altri
segni della Passione di Gesù, comparsi, miracolosamente, nel
corpo della Mistica. Con assoluta fedeltà, la Suora ne diede
regolari relazioni al Sacerdote. Suor Elisa divenne amicissima,
in spirito, della Tartaglino e, insieme, si spronarono a vicenda
per tendere alla perfezione. Ambedue si ritenevano " Spose di Gesù " .
Suor Elisa regalò alla Tartaglino il Crocifisso che, poi, emise sangue nell'Anno Santo 1933 ; questo Croci-
fisso era piuttosto bruttino e alla Tartaglino non piaceva. L'aveva, allora, fatto dipingere dalle sue amiche,le
sorelle Taglietti, di Villa Gaia, presso Asti. La Tartaglino e Suor Elisa tennero un rapporto epistolare intenso,
come attestano le 152 Lettere che Maria scrisse alla Suora, dal gennaio 1921 al febbraio 1934.
Morì nel 1960.
Nato a Taio, in provincia di Trento, il 24 dicembre 1920, da
famiglia laboriosa e religiosa,all' età di 13 anni, fu mandato ad
Asti per studiare da prete nell' Istituto dei Padri Guseppini. Fece
il noviziato ad Alba, il Liceo ad Armeno e la teologia, di nuovo,
ad Asti. Ordinato Sacerdote nel 1946, ebbe l' incarico di
insegnare Diritto Canonico, Liturgia, Canto gregoriano e, anche,
Teologia Dogmatica. Fu parroco a Sesto Fiorentino, Este,
Castagneto Carducci, Asti ( Parrocchia di S. Caterina ) e, dal
1991, ad Alba. Vide, nel gennaio 1934, il Crocifisso che emise sangue; fu in relazione
con Maria Tartaglino, dalla quale ricevette parecchi messaggi, tutti consolanti. Andò a farle visita, per la
prima volta, nel 1942: lei era ammalata e teneva il letto ma, comunque, rimase molto contenta e
gli disse tante cose belle ! Vi andò, poi, altre volte, l' ultima delle quali, il 1 settembre 1944, quando ella
era agonizzante. Negli anni sessanta, fu nominato erede della Tartaglino, ricevendo, così, in proprietà,
i suoi numerosissimi e preziosissimi scritti, insieme ad altre cose. E' l' ultimo dei testimoni oculari della
grande mistica astigiana: gia' per tanti anni consulente religioso del Gruppo Amici di Maria
Tartaglino, il Padre è scomparso il 6 Marzo 2018. Attende anche lui il ritorno del Crocifisso
Miracoloso ad Asti.
PADRE MARIO MARTINO
Una figura eccezionale, la cui storia, singolare, s' imbattè in
quella di Maria Tartaglino, l' apostola dell' amore e della
riparazione per Gesù Crocifisso. Secondo lo storico Paolo
Risso, che scrisse la biografia di Mario Martino,un'opera di
grande rilievo, un libro, bello a leggersi, dal quale abbiamo
attinto molte delle notizie che seguono, egli fu testimone di
verità e giustizia, vivendo un vero e proprio martirio del cuore.
Nacque a Ciglione, in provincia di Alessandria, il 3 marzo 1884, terzo di 12 figli. Venne, dai genitori,
educato alla fede, alla vita cristiana, al senso del dovere e del sacrificio. La mamma, al momento del parto,
provò qualcosa di speciale e di soprannaturale: una singolare gioia celeste, che la mandò tutta in gaudio.
I primi anni di Mario, dal 1892 al 1897, trascorrono nelle privazioni: la mamma non sta bene e il padre
emigra all' estero in cerca di lavoro. Mario, seguendo l' esempio della madre, donna coraggiosa e di fede
grandissima, cresce buono ed educato al sacrificio. A 5 anni, si avvicina alle Suore, Madri Pie di Ovada,
che sono le maestre del paese, e si lega di particolare devozione al Parroco di Ciglione. Gli piace recarsi
spesso dalle Suore, ascoltandone il loro insegnamento e diventandone il loro commissioniere. Mario, così,
conosce sempre più Gesù, dal quale è dolcemente attratto, e impara a volergli bene. Nel 1892, a 8 anni,
riceve la Prima Comunione; va a scuola e, sempre dalle Suore e dal Parroco, si perfeziona nella lingua
italiana e apprende le prime nozioni di latino. Il 20 agosto del 1894, nella festa di S. Bernardo, riceve la
Cresima dalle mani di Mons. Marello: questo Sacramento, ricevuto dal " Vescovo Santo ", segna, per
sempre, il giovanissimo Mario, che si lega,ancora di più, a Gesù nella preghiera e nella vita della Grazia
santificante. Nel frattempo, gli giunge eco di quanto operano ad Asti gli Oblati di S. Giuseppe, in umiltà,
silenzio e laboriosità, sa che Mons. Marello, in Asti, dal 1879, ha aperto la Casa di S. Giuseppe: allora, si
fa strada in lui l' idea di consacrarsi a Gesù, nella vita religiosa e nel sacerdozio. Così, nell' ottobre 1897,
Mario, a 13 anni, entra tra gli Oblati di S. Giuseppe, nella loro Casa di Asti, detta " di S. Chiara ". Ora, è,
di fatto, un seminarista e un postulante alla vita religiosa, e, perciò, si sente in dovere di riprendere gli
studi. Il 18 settembre 1898, veste, per la prima volta, l'abito religioso e inizia il noviziato. Diventa umile,
mite, ubbidiente, dedito alla pratica del bene e della vita perfetta, cerca il Santo Amore di Dio ; da questo
momento, sarà, per Mario Martino, una continua ascesa, un configurarsi a Gesù, sempre più pieno e più
perfetto. E' così preso da Gesù, che gli dedica molto tempo nella preghiera, anche di notte, e gli offre
molte mortificazioni e penitenze. Nel 1900, si ammala : compaiono frequenti cefalee, non ce la fa a studia-
re, nè a leggere, nè a condurre una vita regolare da giovane religioso. Ne soffre molto, temendo di non
riuscire a diventare sacerdote, per il motivo degli studi teologici....... ; chiede, allora, ai superiori, di essere
accolto in Congregazione, anche come " Fratello Coadiutore ", dedicandosi ai lavori più umili e vivendo
ancor più nascosto, ma tutto consacrato al Signore. Invoca Mons. Marello e la Madonna ; così, il 14 ago-
sto 1901, vigilia dell'Assunta, Mario Martino è ammesso alla prima professione religiosa. Nel 1903, come
" Fratello Coadiutore ", è mandato al Santuario della Madonna della Provvidenza, a Cussanio, dove cono-
sce Padre Enrico Carandino. Qui, l'anno seguente, è ammesso alla professione religiosa perpetua : ora, è
tutto di Gesù, tutto della Chiesa e della Famiglia religiosa che lo ha accolto ! Contemporaneamente, spari-
sce il mal di testa e, il 17 settembre 1904, viene inviato in Toscana, a Pontremoli, in una Casa degli Obla-
ti, nuova di zecca, dove comincia gli studi teologici. Nel 1906, riceve la tonsura e gli Ordini Minori, diventa
suddiacono e diacono ; infine, il 16 marzo 1907, è ordinato sacerdote. Sempre a Pontremoli, collabora con
il direttore dell'oratorio dei ragazzi ed è assistente dei seminaristi che iniziano il loro cammino. Nel 1908
è nominato Rettore della Casa, viceparroco della parrocchia di S.Pietro e, nel 1910, economo spirituale a
Bassone. Pur ricoprendo queste cariche, continua ad insegnare il Catechismo di S.Pio X° ai bambini, per
prepararli alla Prima Comunione e alla Cresima, ai ragazzi e, anche, agli adulti. Nel 1914, scoppia la Prima
Guerra Mondiale : Don Mario viene riformato dal servizio militare e trascorre questi anni facendo diversi
pellegrinaggi, a Lourdes, a Paray-Le-Monial e a Marsiglia, dove rinnova la sua consacrazione alla Madon-
na. Nel 1917, viene chiamato alle armi e riconosciuto abile, ma, per grazia ottenuta dalla Vergine, viene
lasciato a casa : in quell'anno, Papa Benedetto XV° pubblica il Codice di Diritto Canonico e Don Mario lo
studia e lo assimila con sicurezza. Soffre per i suoi parrocchiani che sono al fronte, provvedendo, come
può, a loro e alle famiglie rimaste nell'angoscia : il conflitto termina nel 1918, ma scoppia, quasi subito,
l'influenza spagnola. Don Mario si dedica, per mesi e mesi, al servizio di tutti, malati e moribondi, sommi-
nistrando i Sacramenti e aiutando le anime a convertirsi. Nel 1921, viene nominato, dal Capitolo Generale
della Congregazione, economo della medesima, ma, il 27 luglio, lascia Pontremoli per stabilirsi ad Asti, in
S.Chiara, dove è Rettore Don Pietro Bianco. Con saggezza provvede ad amministrare tutte le Case degli
Oblati, da Asti alle lontane Filippine, e cresce il suo prestigio, in Congregazione e fuori ; ottiene nomine
ovunque, da Roma a Senigallia, e viaggia spesso, a Loreto, Pompei, Catania, Assisi, Varallo, Caravaggio.
Nel Capitolo del 1926, viene rieletto economo ma il suo cuore è amareggiato per le crescenti discordie in
seno alla Congregazione, per le procedure scorrette seguite, per alcuni casi di confratelli dalla condotta
non troppo limpida, per le calunnie lanciate, per rivalità e invidia. Lui ne soffre tantissimo, ma riesce a
superare tutto, abbandonandosi alla Provvidenza di Dio e all'aiuto della Madonna e di S.Giuseppe !
Il 19 luglio 1932, Padre Martino viene eletto Rettore Maggiore della Casa degli Oblati di Asti : ha 48 anni.
La sua nomina viene benedetta dal Pontefice, Pio XI°, e da numerose autorità romane, nonchè dal Vesco-
vo, Mons. Rossi: Don Mario dichiara il suo impegno fino al sacrificio e si mette al lavoro. Rivede, e porta a
compimento, il Regolamento interno della Congregazione, prepara e introduce l'uso di un questionario circa
l'andamento religioso, disciplinare e statistico delle singole Case, invia un Visitatore nella Missione brasilia-
na, procura il riconoscimento giuridico civile della Congregazione, chiude la Casa di Salò, apre una nuova
Casa a Teggiano ( SA ), apre la Colonia Agricola di Agliano e vende la cascina di Casabianca. Poi, viene
innalzato un nuovo piano di fabbricato tra il Santuario di S.Giuseppe, sorto al posto dell'antica chiesa di
S.Chiara, e la Tipografia, che è ammodernata ; è impiantato un nuovo forno moderno per la panificazione,
è costruita una lavanderia, è ampliata la cucina e sono messi i termosifoni per il riscaldamento. Inoltre, alla
Fulgor, è ingrandita la palestra, con un nuovo teatro e rifatta la Cappella : alla Moretta, di Alba, viene eret-
to il Campanile. L'opera di Padre Martino si esplicò anche nelle Missioni estere, dove si aprirono nuovi oriz-
zonti e nuove possibilità all'apostolato della Congregazione, con grandi frutti di bene. Dal 1921, Don Mario
conosce una figlia di S.Anna, Maria Tartaglino, ospite della Casa di Asti : ora che è Rettore, ha modo di co-
noscerla nell'anima, notando, in lei, l'intervento divino, diretto e preciso, senza isterismi o suggestioni di
sorta. I due diventeranno come una figura sola : Padre Martino vivrà tutta la vicenda del Crocifisso Miraco-
loso che emise sangue, sarà presente al momento del clamoroso, e profondamente ingiusto, ritiro da par-
te delle autorità vaticane, assisterà alle estasi celesti e alle lotte diuturne della Tartaglino con il demonio,re-
gistrando e scrivendo tutto quello che vedeva. Ma , per lui, stava iniziando la Passione , nel 1938, dal Capi-
tolo Generale, viene rieletto Rettor Maggiore e Don Mario riceve questa nomina come una croce da porta-
re. Infatti, subito dopo la rielezione, avvenuta all'unanimità, il 1 agosto 1938, a Roma, viene bruscamente
destituito, per decreto cardinalizio : l'anno seguente, gli si ingiunge di tacere ai confratelli le motivazioni
della condanna, che erano : "PER RITENUTE COMMESSE IMPRUDENZE NELLA QUESTIONE DEL
CROCIFISSO " . Dal 1939, Padre Martino si lascia configurare a Gesù Crocifisso, in un'offerta di luce e
di carità, di penetrazione nelle anime : anche se gli hanno proibito di far visita alla Tartaglino, costei gli
manda i suoi messaggi, le sue richieste di aiuto, quando, specie di notte, si trova in difficoltà, per le sof-
ferenze o per i tormenti diabolici. Sono le cosiddette " chiamate d'aiuto ", che vanno dal 1939 al 1940 e,
poi, anche dopo la morte della mistica, sino al 31 agosto 1950. Quando la Tartaglino, nel 1944, ormai vi-
cina a morire, va a Rocchetta Tanaro, Don Mario accorre al suo capezzale e assiste all'ultima estasi,in
cui Maria dichiara : " GESU' CROCIFISSO RITORNERA', GESU' FARA' MERAVIGLIE ! PADRE MARTI-
NO E' STATO FORTE ! INCROLLABILE, INCROLLABILE ! IL PADRE SOLO ! LA VERITA' E' SUA ! ".
Il 1° settembre 1944, la Tartaglino esala l'ultimo respiro, ma, prima di morire, lascia Don Mario erede di
tutte le sue cose, dei suoi scritti e, soprattutto, della sua missione ; Don Mario provvede alla esposizione
della salma e ai funerali, è Sacerdote e Ostia con Gesù. Dopo la scomparsa della Tartaglino, Padre Mar-
tino vive quasi isolato ; nessuno viene a visitarlo, i suoi anniversari di sacerdozio passano senza alcun
festeggiamento..... Nel 1968, s'inaugura, ad Asti, il nuovo Pensionato Mons.Marello, mentre, in Corso Al-
fieri, sorge un nuovo edificio al posto dell'antico complesso di S.Chiara : Don Mario, a 84 anni, entra nel
Pensionato, dove passa le giornate celebrando la Messa e pregando. E' un uomo fragile e infermo, che
attende la morte beata, morte che lo condurrà a vedere Dio, quel Dio che gli ha concesso grandi grazie,
ma, anche, il martirio del cuore, sopportato, però, con obbedienza umile sempre. E la morte arriva il 13
gennaio 1972, alle 4 del mattino, nella sua stanzetta del Pensionato di Asti , all'età di 88 anni.